Batool Abu Akleen, ventenne poetessa che vive a Gaza ha scritto un libro, “48Kg”, che toglie il fiato per il countdown che innesca: a ogni poesia che leggi il cuore ti si rinsecchisce, il condotto della gola ti si restringe, le corde vocali ti si irrigidiscono, eppure ne viene fuori uno dei canti più vibranti e tragici di una poetessa palestinese di vent’anni che pare ne abbia migliaia.
Il libro è di imminente uscita nel Regno Unito per Tenement Press.
Qui presentiamo una prima selezione di sei testi tradotti in italiano con originale in arabo, con allegati sia gli audio delle poesie lette dell’autrice e sia le interpretazioni in italiano della sua traduttrice, Cristina Viti, la quale ci ha permesso di conoscere Batool Abu Akleen. Di cuore ringraziamo entrambe. La volontà nostra è di pubblicare quanto prima l’intero libro 48Kg in italiano. (Dome Bulfaro)
– Cura e traduzione in italiano di Cristina Viti –
Nota dell’autrice all’edizione inglese in corso di pubblicazione
Tenement Press
Queste poesie sono arrivate dopo mesi in cui ho rifiutato di scrivere, pensando che la poesia non può cambiare il mondo. Ma le conversazioni con molti amici mi hanno convinto dell’importanza di dare forma a quello che sentivo per poterlo meglio capire. Se scrivere in arabo è stato un processo di formulazione, tradurre le mie poesie è stato un processo di comprensione. In arabo mi stavo perdendo: avevo paura della morte, paura che il mio corpo fosse smembrato senza che nessuno potesse raccoglierlo… ma quando ho iniziato a tradurre, ho fatto pace con la morte. Per quanto stessi cercando di trovare il mio corpo, per quanto fossi persa in senso di colpa, desiderio, compassione e rabbia, accettando che non avrei potuto fermare questo genocidio, potevo almeno scrivere queste poesie e rilegarle traducendo me stessa.
Qui ho raccolto le parti di me che sono riuscita a trovare, in caso non ci sia nessuno che possa farlo se sarò uccisa.
Batool Abu Akleen, 2025
Da 48Kg di Batool Abu Akleen
46Kg. Previsioni del tempo
Il cielo si oscura di ali
che fanno piovere morte
non restare in casa
non scendere in strada
non portare l’ombrello
rimanere fermi al sicuro
a leccare la morte che scorre per il volto.
lettura in arabo
lettura in italiano
*
40Kg. Il carretto del gelato
Il gelataio grida:
cadaveri in vendita
per tutte le strade
non c’è tomba che li compri
i cadaveri si sciolgono
lui ripete il suo grido:
cadaveri in vendita
nessuna risposta.
I cani li comprano a prezzi stracciati
loro sì che ne vogliono ancora.
Il gelataio ha promesso
che presto riempirà di nuovo il carretto
e porterà
nuovi cadaveri freschi ghiacciati
come la città.
lettura in arabo
lettura in italiano
*
36Kg. Posto di blocco
Non ascoltare quella voce
non alzare la testa
non abbassare la testa
non voltarti
non essere contento
non essere triste
non canterellare
non chiamare
non aspettare risposta
smetti di aspettare
fermati
ferma.
Ma non si ferma
lui continua a urlare
il tuo silenzio atterrito continua
non hai passato il confine spinato
se lo passi, sopravviverai?
Il rimorso ti rosicchierà le dita
ti strazierà.
…
Non sopravviverai.
lettura in arabo
lettura in italiano
*
35Kg. La vita all’inferno
Mio Dio, quant’è bello.
Ha gli occhi azzurri
la pelle bianca
il sorriso smagliante
è così alto
e l’uniforme militare gli dà l’aria di un perfetto uomo.
Quando si è avvicinato
l’ho visto bene:
il mare nei suoi occhi era il mare che mi ha rubato
il bianco del suo volto i sogni dei bambini che ha ucciso
il sorriso era quello di mia madre, sradicata
quando lui ha cancellato la sua casa dal volto della città
l’altezza è quella delle palme che ha schiantato a terra
l’uniforme serve soltanto a giustificare il nostro sangue versato.
Lui appare in televisione
la parole dolci gli scorrono dalla bocca
veloci come le anime dei bambini che corrono in cielo
il pubblico applaude il protettore che salverà il Paese
dalle pietre lanciate fuori dalla casa di mia madre
e dai feti appesi al ventre delle donne che ha macellato.
Sorride ancora,
è il sorriso che ha appena rubato da un’altra bocca.
Oh mio Dio
quant’è bello
un perfetto candidato
per la vita all’inferno.
lettura in arabo
lettura in italiano
*
32Kg. Sono in cielo
Sto seduta in classe con cinquanta persone senza tetto
insegniamo la prima lezione ai piccoli
Surat-al-Fatihah che si recita per le anime
e le preghiere per i corpi.
Sui defunti abbiamo insegnato solo
che sono in cielo
e così i bambini girano per le strade
portano piatti di biscotti che divorano
ridono
giocano
dicono: sono in cielo.
In classe fa irruzione la morte
rivela segreti ai bambini
che improvvisamente crescono
portano i volti dei padri
dai piatti in frantumi fanno case per i fratelli piccoli
dalle gole esce un rantolo:
sono in cielo
sono in cielo.
lettura in arabo
lettura in italiano
*
28Kg. Sole che brucia
Sto bruciandomi le dita
si sciolgono una dopo l’altra
lentamente, come la guerra che va lentamente:
Pollice che impasta pane fresco come i corpi dei martiri
Indice che appoggio sulle labbra della bambina
per scacciare la paura e far maturare la calma
Medio che alzo in mezzo agli occhi
della bomba che non mi ha ancora raggiunto
Anulare che presto alla donna che ha perso
la mano e il marito
Mignolo per fare la pace
con tutto il cibo che ho odiato mangiare
e altre cinque dita per spostare il sole che brucia.
La guerra non finisce
io sto per finire le dita.
Le mie mani si accorciano
le dita crescono
le mie mani si sciolgono
le dita crescono
il mio petto si scioglie,
il cuore,
io mi sciolgo interamente
resta solo il fuoco
che scorre tra le dita della morte
il fuoco può soffocare la morte
ma sono io che muoio soffocata.
lettura in arabo
lettura in italiano
Batool Abu Akleen è una poetessa e pittrice palestinese. Nata nel 2005 a Gaza, nel 2020 vince il Barjeel Prize con la poesia Non ho rubato la nuvola. Negli ultimi venti mesi, mentre affronta con la famiglia il genocidio che ha colpito la sua terra e la sua gente, completa la laurea in inglese, organizza corsi di lingua per bambini, lavora come traduttrice in residenza per Modern Poetry in Translation e pubblica la sua prima silloge, 48Kg (Tenement Press, 2025). Con la poesia Gunpowder è stata recentemente premiata nella competizione indetta dal London Magazine. Alcuni stralci della sua prosa sono in fase di pubblicazione con Comma Press.
Cristina Viti scrive poesia e traduzioni in inglese, italiano e francese. Tra le autrici tradotte, Elsa Morante (The World Saved by Kids, Seagull Books, 2016), Etel Adnan (Notte, San Marco dei Giustiniani, 2018) Anna Gréki (The Streets of Algiers, Smokestack, 2020) e Mariangela Gualtieri (Beast of Joy, Chelsea Editions, 2018). Tra le sue traduzioni per il teatro, si ricorda Moby Dick alla prova di Orson Welles, in produzione per il Teatro dell’Elfo.