Il ruolo della poesiaterapia per i professionisti del cura nell’assistenza di persone che stanno affrontando la morte e il lutto; a questo si aggiungono le intime riflessioni e i versi dell’autore legati alla morte improvvisa del figlio ventunenne. Il “modello RES” da lui teorizzato viene, quindi, applicato sia all’oggettiva pratica clinica, sia all’esperienza soggettiva dell’autore di fronte al dolore.
– Traduzione di Simonetta De Donatis e Viviana Russo –
Obiettivo di questo articolo è esaminare il ruolo della poesiaterapia e della narrazione nell’affrontare il lutto, la perdita e il trauma, sia nella pratica clinica con i pazienti, sia come metodo per sostenere i professionisti che lavorano in questo ambito. L’esperienza dei precedenti studi sulla morte, la perdita e il lutto costituisce la base professionale che mi ha condotto a un’analisi di vicende personali; queste ultime possono essere utilizzate per assistere i professionisti della cura nel loro compito di supportare i pazienti. Infatti, non dovremmo mai “perdere il contatto” con la dimensione “personale”, che sia l’utente, che sia il nostro io, che sia la comunità.
A seguito di un attento esame della letteratura sull’uso della poesia nel lutto e nella perdita associata al trauma, Williams (2024) ha osservato, da una prospettiva umanistica, che la poesiaterapia e la scrittura auto-etnografica dimostrano una significativa utilità clinica. Ha, inoltre, sperimentato che l’uso della poesiaterapia nelle cure palliative non è solo benefico per i pazienti e le loro famiglie, ma anche per i professionisti sanitari che li assistono. Questa riflessione richiama alla mente la fatidica domanda: “Chi guarisce i guaritori?”.
Nella mia esperienza come professionista (psicologo, assistente sociale clinico, terapeuta familiare e matrimoniale) e docente universitario, ho scoperto che la mia competenza in materia di lutto e perdita non poteva proteggere me (né avrebbe dovuto farlo) e la mia famiglia dalla devastante perdita di mio figlio ventunenne, Chris, morto in un incidente automobilistico nel 2005. La poesia e la scrittura espressiva rimangono il mio modo di onorare la memoria di mio figlio, di esprimere i miei sentimenti in modo catartico e di ottenere una sorta di controllo sulla mia vita. Mi aiutano anche ad accettare le emozioni e a creare un legame con la comunità.
Nella prefazione al libro di Tom Lombardo (2008) After Shocks: The Poetry of Recovery for Life-Shattering Events ho scritto:
“Ho iniziato e interrotto la scrittura di questa prefazione molte volte, forse perché sapevo che avrei dovuto rivivere la perdita traumatica di mio figlio ventunenne Chris, ucciso in un incidente stradale il 1° novembre 2005. Avrei dovuto dirgli di nuovo addio. Non che passi un giorno senza che io pensi a Chris o cerchi di fare qualcosa per ricordarlo, ma conosco il potere delle parole. La poesia ci costringe a sentire profondamente, a pensare senza restrizioni e a stare su un terreno instabile. Mi occupo dello studio, della pratica e dell’insegnamento del sostegno in situazioni di crisi (con particolare attenzione alla morte e ad altre forme di perdita) e della poesiaterapia da oltre 40 anni. La mia ‘competenza’ in materia di morte e perdita sembrava più uno scherzo crudele che un aiuto per cercare di affrontare l’inimmaginabile. Ovviamente, nei miei corsi a livello universitario, dico ai miei studenti che tutti i modelli clinici di lutto sono imperfetti e che servono solo come guida. La vita, in generale, non è così prevedibile e ordinata. La morte e la perdita possono arrivare come ospiti inaspettati nei momenti più imprevisti. E la relazione tra vita e perdita non è sempre lineare. Il concetto di “termine” è spesso abusato e inadeguato. La vita è, infatti, una serie di perdite e opportunità. Gli approcci, spesso riduttivi, alla morte e alla perdita nella letteratura delle scienze sociali e mediche tendono a promuovere una visione meccanicistica dell’insegnamento e della pratica clinica. Sempre più spesso, nella letteratura specialistica delle professioni d’aiuto, si sente parlare di “pratica basata sull’evidenza”, generalmente riferendosi alla ricerca quantitativa. Questo è corretto, ma non è sufficiente. La poesia è la ricerca nella sua forma più elevata. È solo attraverso il linguaggio, il simbolo e la narrazione che comprendiamo veramente gli individui, le famiglie e le comunità. È solo attraverso il linguaggio (verbale e non verbale) che diamo significato, costruiamo relazioni e promuoviamo la guarigione e la crescita. Infine, ho capito che attraverso la poesia possiamo dire addio e al tempo stesso sostenere la vita. Non siamo soli. Trasformare esperienze tragiche e sconvolgenti in poesie è il ponte tra il modo in cui moriamo e il modo in cui viviamo. La perdita è unica per ogni persona, ma anche universale per tutta l’umanità.” (Mazza, 2008).
Nel mio libro (Mazza, 2022), ho scritto che gli elementi della poesiaterapia sono stati utilizzati con diversi metodi in differenti contesti di aiuto. L’uso della letteratura, della scrittura in prima persona del paziente, della narrazione e delle attività simboliche sono stati tutti impiegati nella pratica clinica. Ho definito la poesiaterapia come “l’uso del linguaggio, del simbolo e della narrazione in ambiti terapeutici, educativi e di costruzione della comunità”(Mazza, 2012a).
Il seguente modello di pratica e ricerca sulla poesiaterapia è un quadro teorico completo che tiene conto del differente utilizzo delle tecniche poetiche con una vasta gamma di pazienti. La poesiaterapia può, quindi, essere descritta analiticamente e praticamente è sottoposta a ulteriori ricerche cliniche. Il modello prevede tre componenti:
- (R) componente ricettivo/prescrittiva, che prevede l’introduzione della letteratura nella pratica.
- (E) componente espressivo/creativa, che coinvolge l’uso della scrittura del paziente nella pratica.
- (S) componente simbolico/cerimoniale, che prevede l’uso di metafore, rituali e narrazione.
(Mazza, 2022, pp. 18-25)
Di seguito viene illustrato l’uso del modello RES nel lavoro sul lutto (Mazza, 2016a).
(R) Componente Ricettivo/Prescrittiva
Utilizzata, ad esempio, per dare valore a un sentimento, promuovere l’auto-espressione, favorire il processo di gruppo.
Nell’ambito di questa componente, oltre alla poesia, è possibile includere anche la musica e i testi delle canzoni. Poesia e musica vengono utilizzate come punto di partenza per l’auto-riflessione e la discussione di gruppo.
Ad esempio, la canzone The Living Years di Mike and the Mechanics (Rutherford & Robertson, 1988, 1989) può essere usata per avviare un dialogo sulla perdita di un familiare, sui sensi di colpa o il rimpianto per i momenti non vissuti insieme o per l’incapacità di esprimere amore.
La poesia The Five Stages of Grief di Linda Pastan (1978), basata sul modello di Kübler-Ross, può essere utilizzata per rendere consapevoli i pazienti del fatto che il lutto sia un processo ciclico, che si ripete e che gli eventi non si susseguono in una sequenza lineare.
La poesia di E.E. Cummings I carry your heart with me (i carry it in my heart) (1952) può essere, inoltre, proposta per sottolineare l’importanza del ricordo e dell’eredità emotiva.
Alcuni versi dal Macbeth di Shakespeare possono servire come transizione alla successiva componente espressiva/creativa:
“Date parole al dolore; il lutto che non parla sussurra al cuore troppo carico e gli ordina di spezzarsi”.
(E) Componente Espressivo/Creativa
Facilitare l’espressione scritta (ad esempio, con poesie, lettere, diari, racconti) è l’obiettivo della componente espressiva/creativa.
Diverse attività individuali e di gruppo possono essere utilizzate per elaborare la morte e la perdita. La scrittura espressiva può fungere da valvola di sfogo per esprimere sentimenti dolorosi, per offrire un senso di ordine e controllo, per onorare la memoria di una persona cara e promuovere l’interazione di gruppo.
Esempi di frasi pre-strutturate o steli di frase includono: “Ieri ero... ma oggi sono…”, “Quello di cui ho più bisogno ora è.…”, “Penso più spesso a.…”, “Quello che ho bisogno di dire è.…”, “Le persone mi irritano di più quando…”, “Trovo conforto in…”, “Quello che mi manca di più…”, “Quello che ricordo meglio…”.
Tecniche di scrittura creativa
- Clustering
Tecnica di scrittura creativa sviluppata da Rico (1983, citato in Mazza, 2003), simile al brainstorming, in cui si associano liberamente immagini e sentimenti collegati a una parola centrale (ad esempio, perdita). - Poesia sensoriale
Esercizio prestrutturato sviluppato da Ghostwriter (1993) che prevede la creazione di una poesia basata sui sensi (può essere utilizzato individualmente o in gruppo):
- La perdita ha il colore...
- Il suo suono è...
- ..
- Ha il sapore di...
- Ha l’odore di...
- Ti fa venire voglia di...
- Acrostici
Si inizia ogni verso con la lettera di una parola specifica (ad esempio, il nome della persona deceduta). - Poesia collaborativa
In un contesto di gruppo o familiare, ogni partecipante contribuisce, con uno o più versi, a comporre una poesia sul tema principale della sessione (ad esempio, il vuoto). Il facilitatore, se necessario, può fornire parole che fungano da collegamento.
La poesia collaborativa permette ai membri del gruppo di esprimere i propri sentimenti in un ambiente sicuro, lavorare alla risoluzione di problemi emotivi, favorire relazioni di supporto, rafforzare la coesione del gruppo. In questa sezione dell’articolo, illustrerò due poesie collaborative scritte in contesti relativi al lutto e alla perdita.
Lutto
È come un’onda
o un ottovolante.
Ci porta attraverso emozioni diverse.
Ci sono giorni buoni
e giorni cattivi
Anche se nessun giorno è uguale all’altro.
Ognuno deve elaborare il proprio lutto.
Sappi che non sei solo
E che hai il diritto di parlare.
C’è sempre una spalla su cui piangere.
Quindi esprimiti
attraverso tutto questo dolore.
Poesia collaborativa creata in un gruppo di elaborazione del lutto per bambini (Mazza, 2012b)
Questa poesia è stata d’aiuto nell’attribuire forza ai singoli membri del gruppo e nel conferire una dimensione di universalità ai loro sentimenti. Attraverso la poesia, ciascun partecipante ha trovato una voce per esprimere il dolore, cercare supporto e aiutarsi a vicenda. Successivamente, le poesie sono state appese a una parete durante un evento speciale dedicato ai bambini in lutto e alle loro famiglie, assumendo così anche una funzione simbolica/cerimoniale.
Esempio di poesia collaborativa in un contesto di supervisione/consulenza
Quello che segue è l’esempio di una poesia collaborativa utilizzata con un gruppo di supervisori, con l’intento di aiutare questi professionisti ad affrontare i propri problemi di lutto e perdita. Il testo è stato creato dai membri del personale (psicologi, assistenti sociali, counselor per la salute mentale, arteterapeuti).
Perdita
La perdita è un buco vuoto
come posso riempirlo?
Provo e riprovo, inutilmente.
Mi fa sentire invisibile.
Il silenzio della stanza mi assorda.
Dammi solo un altro minuto.
Mi perdo nei miei pensieri,
Resto a chiedermi: è colpa mia?
(Mazza, 2016a)
Questa poesia ha aiutato i professionisti a riconoscere le proprie difficoltà nell’affrontare il lutto dei pazienti e a comprendere come agisse sulle loro stesse vulnerabilità. Alla fine, la poesia ha contribuito a promuovere approcci costruttivi per affrontare il trauma e la perdita. Attraverso esperienze condivise e universalizzate, i membri dello staff hanno trovato supporto, rinnovata speranza e fiducia.
(S) Componente Simbolico/Cerimoniale
L’uso di metafore, rituali, simboli, narrazioni e performance (ad esempio, la danza e il movimento) può servire come mezzo per affrontare la morte e la perdita.
La componente simbolico/cerimoniale include elementi sia della componente espressiva/creativa sia di quella ricettiva/prescrittiva; tuttavia, si concentra principalmente sull’importanza dei simboli nella nostra vita e sul bisogno di trovare un significato. Attraverso mezzi simbolico/cerimoniali (come rituali e cerimonie), si può onorare e ricordare la memoria di una persona cara.
Un esempio di tecnica espressiva/creativa con una valenza simbolica/cerimoniale è scrivere una lettera alla persona amata deceduta e compiere un atto rituale, come bruciarla o seppellirla. Questo può aiutare a elaborare questioni irrisolte e a onorare la memoria della persona cara.
Una poesia collaborativa potrebbe essere letta o esposta durante un’attività pubblica, dedicata alla celebrazione della vita di una persona deceduta; oppure, potrebbe essere incorniciata e conservata a casa o in luogo di cura.
Modello RES applicato a me stesso
La sezione seguente sarà incentrata sull’applicazione del modello RES a me stesso.
Ricettivo/Prescrittivo (R)
Preghiera Hopi
Aggrappati a ciò che è buono
anche se è solo una manciata di terra.
Aggrappati a ciò in cui credi
anche se è un albero che sta in piedi da solo
Aggrappati a ciò che devi fare
anche se è lontano da qui.
Aggrappati alla tua vita
anche se lasciar andare sembra più facile.
Aggrappati alla mia mano
anche quando mi sarò allontanato da te.
(vanMeenen, Rossiter, & Adams, 2002)
(Trovato in Giving Sorrow Words, pubblicato dalla National Association for Poetry Therapy)
Espressivo/Creativo (E)
Questa che segue è una poesia che ho scritto per la lapide di Chris.
Epigrafe di famiglia
Casa
è la storia di amore,
dolore,
speranza,
e
amicizia
eterna.
(In memoria di Christopher John Mazza 1984 – 2005)
(Mazza, 2010)
La poesia che segue l’ho scritta anni fa, per affrontare un diverso tipo di perdita (il divorzio), mentre cercavo da solo di affrontare una transizione di vita imprevista. Questa poesia ha avuto una funzione terapeutica per me anche al momento della morte di Chris e lo è stato anche per molti altri che mi hanno scritto chiedendomi il permesso di utilizzarla.
Speranza
La speranza
è la convinzione
che una mano
tesa verso un’altra
possa alla fine
sfiorare la luna,
lasciando che la sua luce
ci guidi
attraverso la notte.
(Mazza, 1998, p.257)
Qui di seguito c’è una poesia che ho scritto per affrontare i giorni, le settimane, i mesi e gli anni che seguirono la morte di Chris.
Ricostruire la speranza
Le nostre vite si definiscono
negli spazi stretti
e
nei momenti inattesi
quando parole gentili
e un tocco caldo
donano guarigione e speranza.
In un rifugio,
chi è grato
per una scodella di zuppa
e una coperta
ci ricorda che la perdita ha molti volti,
ognuno con un’ impronta
che diventa un contrassegno (segnale) nel corso della vita.
Durante le feste e gli anniversari di eventi tragici,
una sedia vuota porta una tristezza
che sembra impossibile da sopportare ancora una volta.
La speranza si ricostruisce
quando familiari, amici o animali domestici
arrivano inaspettati con il loro sostegno.
Sono i piccoli atti di gentilezza
a dare senso a una giornata
a rendere ancora possibile un futuro.
E diventiamo sempre più forti.
(Mazza, 2014, p.97)
In ogni poesia, la perdita indefinita era la perdita di un sogno. Il sogno di come immaginavo sarebbe stata la nostra vita insieme. Un tema ricorrente sembra essere il toccare, il tenersi stretti e il lasciarsi andare, ma c’è sempre un tocco speciale che arriva da ciò che ci circonda
Nel confrontarmi con la morte e la perdita, sto cercando di scrivere quella poesia che è troppo difficile da scrivere. È un dialogo per il mio percorso personale e professionale.
Simbolico/Cerimoniale
Nel mio lavoro attuale, cercando di offrire supporto (tramite Zoom) attraverso la poesiaterapia ai terapeuti della crisi che lavorano con i soldati in prima linea nella guerra contro l’oppressione russa, ho scoperto che la morte di tanti ucraini ha riattivato il dolore per la morte di mio figlio. Anni fa, accendere candele presso il memoriale stradale del luogo dell’incidente di Chris e deporre fiori al cimitero e sul luogo dell’incidente nei compleanni, in occasione di anniversari e nei giorni di festa, è stato per me una forma, in qualche modo poetica, di guarire. Era parte del rendere onore alla memoria di Chris. Ho imparato dai miei amici ucraini il potere simbolico del girasole, l’amato simbolo di resistenza, unità e speranza. Semi di girasole sono stati sparsi nei luoghi in cui i soldati sono stati uccisi, per far crescere e tramandare la loro memoria; è anche un messaggio di speranza che sorge da una perdita terribile.
Feste, lutto e poesia
Le feste possono essere molto dolorose per chi ha vissuto la perdita di una persona cara, specialmente nel primo anno dopo la morte. Le festività possono intensificare i sentimenti di lutto e perdita. È importante notare che il lutto non è una malattia. Il lutto è un’esperienza profondamente personale che dipende dalle circostanze, dalla cultura, dall’età e dai sistemi di credenze.
Affrontare questa transizione di vita può essere aiutato da alcune qualità uniche della poesia. Nel tentativo di affrontare il lutto, scrivere poesie può essere un modo per onorare la memoria di una persona cara, per poi rileggerle in occasione delle ricorrenze come un rituale. Scrivere poesie può anche offrire uno sfogo emotivo per chi sopravvive, permettendo l’espressione di una gamma di emozioni, dalla tristezza alla rabbia, fino alla gioia e al riso nel ricordare la persona cara, familiare o amico, che è venuta a mancare, La poesia può anche creare nuove tradizioni e rituali. Condividere una poesia con altri può essere confortante. La scrittura poetica può essere di grande aiuto per chi vive un lutto. La poesia – e con essa il suo ritmo, le parole e i simboli – rappresenta uno strumento terapeutico unico per la salute emotiva e fisica di chi vive un lutto. Scriviamo poesie per condividere i nostri sentimenti più intimi. Scriviamo con il nostro cuore, per riflettere, per vivere il momento o per guardare al futuro. Scriviamo per gestire la perdita e dare voce al nostro dolore, che sia la morte di una persona cara, un divorzio o un trasferimento. La poesia può darci un senso di sicurezza e di approvazione.
L’immagine della “sedia vuota” a tavola è una delle più vivide quando si tratta della morte di una persona amata. Sentirsi depressi durante le festività non è limitato alla morte di una persona cara. La poesia può aiutare ad affrontare anche altri sentimenti come la solitudine, la perdita di un lavoro, una menomazione, un trasferimento geografico o la riduzione dell’autostima. Condividere la propria poesia è coerente con la costruzione di una rete di supporto, fondamentale per il processo di guarigione. Non è necessaria una laurea in letteratura per scrivere poesia, per condividere ed averne il sostegno di cui si ha bisogno ma, soprattutto se si sta attraversando il processo di lutto, si troveranno altri che si sentono o si sono sentiti come voi in questo momento. Questi possono presto diventare una rete di sostegno e di positività che vi farà andare avanti anche dopo le feste.
Un messaggio finale
Nello scrivere questo articolo, accetto le benedizioni e i doni ricevuti da molte persone lungo il cammino, nessuna più speciale di mia figlia, Nicole.
Morte, perdita e un momento sacro
La tua offerta
di aiuto
e
il dono della preghiera
formano una poesia
che splende
nei tuoi occhi,
toccando
ciò che è spezzato
e quella parte di me
che ancora crede
ci sia bellezza
in questo mondo.
(Mazza, 2004)
Impronte di mani
Storie di cura nel trattenere
e nel lasciar andare
sono custodite nel palmo della tua mano
dove il calore
del ricordo e della speranza
si conserva
nel tempo,
e si condivide mano nella mano
con familiari, amici e sconosciuti.
(Mazza, 2013)
Di seguito una poesia per le benedizioni intergenerazionali e per le possibilità.
Segnavia familiari
Il primo pianto di un bambino,
il primo sorriso.
Le ultime parole di un anziano,
l’ultimo tocco.
Colmare la distanza intergenerazionale
portando momenti
di riflessione e gratitudine
che offrono sentieri
verso possibilità che durano tutta la vita.
(Mazza, 2016b)
Questo articolo resterà incompiuto. I lettori lo completeranno o lo estenderanno come riterranno opportuno. Continuerò a riflettere su come si possa separare la vita dalla morte. Forse il mio cantautore preferito, Harry Chapin (1971), offre il messaggio migliore con All my life’s a circle. Non perdiamo mai il contatto e teniamo vive le nostre poesie e la nostra speranza.
Bibliografia
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Nicholas Mazza, Ph.D., PTR, è Professore e Preside Emerito presso il College of Social Work della Florida State University (FSU), a Tallahassee, Florida. Possiede abilitazioni in psicologia, assistenza sociale clinica e terapia familiare e matrimoniale nello Stato della Florida. Si dedica alla pratica, alla ricerca e all’insegnamento della terapia poetica da oltre 50 anni. È fondatore (1987) e attuale redattore del Journal of Poetry Therapy, nonché ex presidente e attuale membro del consiglio della National Association for Poetry Therapy (NAPT). Nel 1997 ha ricevuto il premio “Pioneer Award” da NAPT.
Autore di Poetry Therapy: Theory and Practice (la cui terza edizione è stata pubblicata nel 2022 e la cui seconda edizione è stata tradotta e pubblicata in Italia da Mille Gru con il titolo Poetry Therapy. teoria e pratica), è uno studioso e poeta ampiamente pubblicato. Ha praticato, insegnato e pubblicato in ambiti quali: interventi in situazioni di crisi, morte e trauma, terapia familiare, lavoro di gruppo, teorie e modelli clinici e l’uso delle arti nella pratica comunitaria.