Poetry Therapy Italia

32 marelli 

Mancava in Italia una “rivista di ecologia e letteratura” che preveda “la pubblicazione di saggi di ecocritica, approfondimenti e recuperi letterari, traduzioni e poesia.” Dal 2020 c’è: si chiama I Quaderni Tellūs.

Mancava in Italia una “rivista di ecologia e letteratura” che preveda “la pubblicazione di saggi di ecocritica, approfondimenti e recuperi letterari, traduzioni e poesia.” Dal 2020 c’è: si chiama I Quaderni Tellūs, prevede uscite periodiche (per ora a conti fatti annuale), ed è curata da ZEST Letteratura sostenibile, con un portale che vale la pena seguire, non solo per questa rivista, perché la loro “parte per rispettare e difendere il pianeta, amare la natura e non sperperare le sue risorse esauribili” la vogliono fare tutta.

Questo secondo numero di Quaderni Tellūs, interamente dedicato alla ecopoetry, rappresenta lo sforzo più significativo compiuto ad oggi in Italia per indagare e inquadrare questo fenomeno. Il taglio del numero – lo spiega bene in apertura di editoriale la direttrice Antonia Santopietro – è dettato dal voler comprendere “in che modo la poesia può determinare o favorire una consapevolezza ecologica”.

05 Speciale Ecopoesia ecopoetryIl numero ha il merito – oltre che di essere per buona parte bilingue italiano-inglese e di essere consultabile gratuitamente da tutti in formato e-book – di raccogliere finalmente in modo organico e corposo, poesie di autori stranieri e italiani considerati esponenti di punta di tale movimento o assimilabili ad esso. Di fatto questo numero monografico contiene una prima antologia pubblicata in Italia di testi ecopoetici, che possa dirsi al contempo rilevante e variegata, anche se non risulta organizzata in questo senso. Tuttavia l’antologia c’è ed è facilmente rintracciabile, sia nelle sezioni dedicate a Gary Lawless, Helen Moore, Sean Borodale, Tiziano Fratus, Francesca Matteoni, Laura Pugno, Ezio Sinigaglia, Massimo D’Arcangelo, Mary Oliver e Jorie Graham, sia negli studi che si intervallano a queste sezioni, che riportano poesie e stralci “ecopoetici” di altri autori. Penso in particolare al gruppo di poeti di Sant’Arcangelo di Romagna trattato nello studio di Gabriele Belletti che si distingue per due punti di forza: scandaglia bene quale valore abbia la lingua per il classico trittico Pedretti-Guerra-Baldini e focalizza l’attenzione sulla produzione della meno indagata Giuliana Rocchi.

Tra gli studi, certamente brillano, oltre a quello già citato di Gabriele Belletti, quello di Francesca Matteoni su Mary Oliver e quello di Antonella Francini sulla poetessa statunitense Jorie Graham. Il primo, della Matteoni, per il corpus nutrito di poesie tradotte della Oliver, mentre quello della Francini ci permette di comprendere quanto per la Graham sia fondamentale attuare una “ecologia della mente in primo luogo in quanto dimora del pensiero necessario a stabilire un rapporto nuovo con l’ambiente e il cosiddetto deep future”, unitamente a una ecologia del corpo, “in senso ontologico e in senso fisico per una ridefinizione dell’essere e dell’esistere”.

Il numero si arricchisce, infine, di alcune brevi interviste, alcune forse troppo brevi per lasciare il segno, comunque sempre utili, insieme alle note introduttive o agli studi, a restituire il pensiero dell’autore proposto, non solo attraverso i loro versi. Le più efficaci sono quelle fatte a Gary Lawless, allievo di Gary Snyder, che abbinata a quella fatta al traduttore di Snyder, approfondisce il concetto di “regionalismo”; quella a Helen Moore per ciò che concerne la definizione e la funzione dell’ecopoesia; e quella fatta a Tiziano Fratus, quest’ultima chiude rispondendo a una domanda cruciale a cui la poesia e tanto più l’ecopoesia debbono dare risposta: cos’è la Natura?

Emily Dickinson, ci ricorda la redazione di Quaderni Tellus, a questa domanda risponde:

Natura è ciò che sappiamo –
Ma non abbiamo l’Arte di dire –
Così impotente è la nostra Sapienza
Di fronte alla Sua Sincerità –

Tiziano Fratus invece dice:

La natura sono io, e io sono la natura. Non c’è scissione. Usiamo e abusiamo il termine “natura” quando scriviamo e quando ne ragioniamo per pura comodità, per etichettarci ed etichettare.

Speciale ecopoesia/ecopoetry, Quaderni Tellūs 1-2021, ZEST letteratura sostenibile


 

Dome Bulfaro Foto Dino Ignani Rimini 2016

Dome Bulfaro (1971), poeta, esperto di poesiaterapia, si dedica alla poesia (di cui sente un servitore) ogni giorno dell’anno. È tra i più attivi e decisivi nel divulgare e promuovere la poesia performativa; ed è il principale divulgatore in Italia della poetry therapy/poesiaterapia. Dal 2021 è docente di Poesiaterapia e Lettura espressiva poetica presso l’Università degli Studi di Verona, nel pionieristico Master in Biblioterapia. Nel 2013 ha ideato e fondato con C. Sinicco e M. Ponte la LIPS - Lega Italiana Poetry slam. Nel 2023, ha ideato e fondato con M. Dalla Valle. P. M. Manzalini e I. Monge la BIPO - Associazione Italiana Biblioterapia e Poesiaterapia, prima associazione di categoria. Ha fondato e dirige Poetry therapy Italia (2020), rivista di riferimento della Poesiaterapia italiana. Ha fondato e dirige (con Simona Cesana) PoesiaPresente – Scuola di Poesia (2020) performativa, scrittura poetica e poesiaterapia. www.domebulfaro.com

(Foto Dino Ignani)
» La sua scheda personale.