Poetry Therapy Italia

40 marelli

Le opere d’arte da cui sono tratte tutte le immagini che corredano questo doppio numero monografico dedicato all’ecopoesia, sono descritte e raccontate in prima persona dall’artista stesso.
Francesco Marelli svela la storia che le ha ispirate, le ragioni in esse sottese, soffermandosi infine sulla domanda “scultura e natura: quale cura?”

Il sole si era levato molto presto. La salita verso il campo, una media pezzatura adibita a pascolo e foraggio, era impegnativa, soprattutto perché ci si doveva portare tutto: acqua, viveri, attrezzi, coperte. Ci andava ogni giorno, arrampicandosi con le sue gambe forti e agili, per arare, seminare, concimare, mietere. Lavorare era duro e dopo qualche ora avvertiva la necessità di riposare un poco. Recuperava i suoi materiali e srotolava il suo giaciglio.

Un giaciglio, ecco a cosa rimandano queste mie sculture.
Rinviano al momento in cui il contadino stanco posa i ferri del suo lavoro e stende un telo per potervisi sdraiare, per mangiare e magari dormire. Un piccolo corredo della sua mente nomade. Scioglie i legacci che lo tenevano stretto. Appoggia il corredo sotto il sole oppure all’ombra di un sole troppo forte. Magari sopra un campo fiorito di tarassaco o di ranuncoli: giallo sopra e giallo sotto. Abbandona gli attrezzi, li stende accanto a sé, come se anche loro avessero bisogno di un meritato riposo.
Il giaciglio è ormai logoro, segnato dal tempo e dall’usura. Che sia una semplice coperta, una grossolana stuoia o un sacco in cui infilarsi. Rimangono tracce delle foglie di alloro che servivano per conservarlo e profumarlo. Gli attrezzi sono arrugginiti. Come se riposassero da molto tempo. Diventano l’emblema stesso del riposo e dell’usura. Sono troppo stanchi, hanno svolto troppo lavoro.

È il momento in cui si deve fare silenzio.
Forse è il dì di festa, nel quale dal vecchio armadio si tolgono i vestiti belli. Quelli che sanno di canfora. Si richiamano anche i paramenti delle chiese in festa, quelli che profumano di incenso.
Ogni cosa mantiene il sapore dell’antica sapienza contadina che conosceva le virtù delle piante e ne rispettava la magia. Ne conserva i colori, gli odori.

Il telo è cucito con cura, a mano. Con grande passione. E’ stato tinto con i colori offerti da erbe e piante. Il giallo della curcuma domina sopra gli altri. Il rosso delle cipolle o dei cavoli. Pochi elementi. Niente di superfluo.
La cura vera sta proprio in questa necessità di riposo, di raccoglimento. Una tregua nel nostro continuo muoverci. Una pausa per goderci i colori, i profumi e perché no, noi stessi.

 


Marelli Francesco FotoFrancesco Marelli è artista e musicista. 
In ambito musicale il suo lavoro riguarda la canzone milanese, che propone in locali o in spazi teatrali; in ambito artistico presenta le proprie sculture e installazioni, realizzate perlopiù con materiali e teniche naturali, in diverse mostre personali e collettive in Italia e all'estero.

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