Poetry Therapy Italia

07 marelli

Ivana Trevisani Bach da oltre due decenni è una esponente dell’Ecopoesia italiana, riconosciuta come tale anche a livello internazionale. Nel 2005 espone le sue posizioni in un manifesto, che qui riproponiamo per intero nella sua versione originale. Seguono un’intervista e alcuni suoi testi, che pongono la loro lente sulla scomparsa delle api, sul valore magico dei gatti e sugli anziani in città, troppo spesso lasciati andare alla deriva.

Esistono due versioni, entrambe ufficialmente datate 2005 del Manifesto di eco-poesia italiana, scritto da Ivana Trevisani Bach.
Per più ragioni abbiamo preferito rilanciare in questo numero la prima delle due, anche se rispetto alla seconda e ultima, risilta meno matura sul piano concettuale.
La prima ragione è di tipo storico. La versione definitiva di questo Manifesto, anche se giustamente fatta risalire sempre al 2005 perché ne mantiene integra la sostanza, è il frutto di progressivi aggiustamenti nel tempo, difficili da ricostruire cronologicamente anche dalla stessa autrice.
Abbiamo riproposto la prima stesura anche perché meno conosciuta rispetto a quella finale, facilmente recuperabile in diversi siti. Quest’ultima è meglio fruibile qui, ma è consultabile anche nei siti direttamente collegati a Ivana Trevisani Bach, come www.ecopoems.altervista.org e www.ivanatrevisani.altervista.org 

La prima stesura pubblicata, a differenza di quella definitiva, ha la peculiarità di incentrarsi su concetti racchiusi nell’acronimo G.R.A.C.E.: “Global Reparative and Communicative Poetry”, arrivando alla conclusione che “Più in generale, essendo questi concetti estensibili a qualsiasi tipo di arte che abbia al suo centro la natura e l’ambiente si potrà parlare di G.R.A.C.E. - Art.”
La versione originale, inoltre, aiuta meglio a decifrare una cartografia di autori e autrici di riferimento dai quali la Trevisani Bach è partita per redigere il “Manifesto di eco-poesia italiana”. Spiccano su tutti la Di Brandt (Diana Ruth Janzen), poetessa e critica letteraria canadese, che ha una cattedra in “Letteratura e Scrittura creativa, Ecopoesia e poesia postmoderna”, J.Scott Bryson che nel 2002 ha pubblicato “Ecopoetry: A Critical Introduction” e Jonathan Skinner che nel 2001 avvia la pubblicazione della rivista “Ecopoetics”, consultabile in inglese qui che ha il fine di esplorare i confini creativo-critici tra la scrittura (con un’enfasi sulla poesia) e ecologia, nella sua teoria e prassi. (D.B.)

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MANIFESTO DI ECO-POESIA ITALIANA
New Millenium Poetry
(GRACE – Global Reparative And Communicative Ecopoetry)
di Ivana Trevisani Bach, 2005

Premessa

Dopo le confuse ed etereogenee esperienze artistiche postmoderne della seconda metà del XX secolo, si vanno delineando alcune nuove tendenze che prendono origine:
- dalla velocità e dalla facilità della comunicazione,
- dai processi di globalizzazione, anche culturale
- e dalla, sempre più drammatica, criticità ambientale del nostro pianeta.
In questo contesto alcuni artisti italiani hanno sentito l’esigenza di esternare in un Manifesto le linee guida del loro modo di fare poesia o, più in generale, di esprimersi attraverso l’arte.

Global

Nel tempo della Comunicazione globale, anche la poesia deve saper comunicare globalmente, deve essere accessibile a tutti, deve essere aperta alle differenti realtà culturali del mondo e condividere e diffondere i valori del suo tempo.
Questa nuova poesia sarà globale perché vive in un tempo in cui, per effetto delle nuove tecnologie, tutti i pensieri, tutte le emozioni e tutta la creatività del mondo vengono universalmente e contemporaneamente a contatto. Essa si alimenterà di questa linfa fatta di pensiero, di emozioni e di immaginazione per creare nuove sollecitazioni che a loro volta verranno, per le stesse vie, universalmente trasmesse e raccolte.

Reparative

La continua e sovrabbondante tempesta mediatica di notizie ha abituato la nostra mente a separare le parole, le immagini e le informazioni dalle emozioni. Ciò ha creato uno squilibrio schizoide fra il pensiero razionale che dà una spiegazione agli avvenimenti e l’enorme quantità di emozioni che su tali eventi vengono represse. Ed ha generato, specie nei giovani, una abulia di ideali e di valori, che li ha privati dell’entusiasmo necessario ad affrontare i problemi del nostro tempo.
La Poesia può invece risvegliare le menti intorpidite e indifferenti rendendole recettive ai valori del XXI° secolo. Ma occorre un tipo di poesia che superi il pregiudizio del pensiero bipolare del secolo scorso che fissava una netta separazione fra ragione e creazione artistica. Un tipo di poesia che, secondo il poeta canadese Di Brandt, si serva invece del “reparative thinking”, cioè di un modo interconnesso di pensare e di sentire capace di coinvolgere contemporaneamente razionalità e sentimenti. Una tale poesia è in grado di generare un’espressione artistica multidimensionale, vicina alla sensibilità degli uomini di oggi. La Poesia, con la potenza delle sue suggestioni, riconquista così il suo ruolo di comunicatrice di emozioni e risveglia le coscienze predisponendole all’ascolto dei problemi del XXI secolo quali:

  • la salvaguardia del nostro pianeta e un nuovo rapporto con tutti gli esseri viventi (Ecopoetry),
  • la testimonianza dei diritti fondamentali dell’uomo e la pacifica convivenza fra i popoli (Art & Peace),
  • una nuova e diversa introspezione del proprio io, ecc.

Communicative

Una poesia che si liberi dalle chiuse culture letterarie erudite, dalle vecchie mode sibilline delle avanguardie e dalle tradizioni poetiche locali per aprirsi ad una comunicazione poetica semplice e chiara comprensibile a tutte le culture, e quindi anche facilmente traducibile, per diffondersi ad un pubblico sempre più allargato, come richiesto dalla Conferenza Generale dell’UNESCO nel messaggio della Giornata Mondiale della Poesia.
Questa nuova Poesia, da taluni provvisoriamente definita “Post-post-modern Poetry” perché recepisce alcune tendenze delle correnti post-moderne, in questo Manifesto viene definita: “Global Reparative and Communicative Poetry” in quanto gli aggettivi global e reparative e communicative ci sembrano i più qualificati per descriverla e proporla.
Nel caso dell’Ecopoesia il Manifesto può venir facilmente memorizzato dall’acronimo G.R.A.C.E (Global Reparative and Comunicative Eco-poetry).
Più in generale, essendo questi concetti estensibili a qualsiasi tipo di arte che abbia al suo centro la natura e l’ambiente si potrà parlare di G.R.A.C.E. - Art.
Tra questi sicuramente il Movimento Artistico “Irrealismo” che propone di “Rivalutare la Natura con l'Arte e l'Arte per la Natura”.

M. Ivana Trevisani Bach, 2005

Primi firmatari:
M. Ivana Trevisani Bach – Albisola (SV)
Salvatore Infantino – Palazzolo (SR)
Luciano Somma – Napoli
M. Luisa Gravina – Genova
Luciana Bertorelli – Savona

Riferimenti
– M. Ivana Trevisani Bach, Ecopoesie nello spazio-Tempo, Serarcangeli Ed, Roma, 2005
– J. Scott Bryson, Ecopoetry: A Critical Introduction, 2002
– Di Brandt, Canada Research Chair in Literature and Creative writing, Post-modern Ecopoetry and Poetry.
Ecopoetics (106 Huntington Ave. Buffalo, NY 14214 USA), Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.factoryschool.org/ecopoetics

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Intervista.


Ecopoesia: potresti darci una definizione che ne riassuma il senso?

Ecopoesia è un nuovo genere letterario che trae ispirazione dall'attuale emergenza ambientale.
L’Ecopoesia si caratterizza anche per un nuovo e particolare rapporto etico Uomo-Natura in quanto si prefigge di “dar voce ai viventi che non hanno voce per testimoniare i loro diritti”.
L’Ecopoesia è una parte del vasto universo della Poesia. Non si pone in posizione di supremazia rispetto alle altre tradizionali espressioni di introspezione dell’io o di dinamica dei rapporti interumani. È semplicemente diversa, e non alternativa.

Da quanto tempo ti occupi di ecopoesia?

Da circa vent’anni. All’inizio, senza essere venuta a conoscenza del movimento dell’Ecopoetry internazionale. Semplicemente perché le mie radici formative e culturali (amore per gli animali, laurea in biologia) mi avvicinavano a questo genere letterario.
In seguito, come insegnante, dopo aver notato che la causa ambientale, tramite l’emozione, faceva più presa sui ragazzi di qualsiasi altra approfondita e complessa trattazione scientifica.
La mia prima poesia fu infatti il Tir di vitelli, una serie di riflessioni poetiche suggerite dall’incontro in autogrill con un TIR di trasporto di queste povere bestie.
Da allora mi aprii a questa realtà e mi accorsi dell’esistenza di questo movimento internazionale già ben radicato nei paesi anglofoni.
Così, nel 2005, insieme ad altri poeti e artisti scrissi il Manifesto di Eco-poesia Italiana per adeguare alle nostre tradizioni letterarie questo nuovo movimento che già aveva importanti riferimenti del passato (si pensi a San Francesco, a Calvino e altri).
In questo contesto alcuni artisti italiani sentirono l’esigenza di esternare nel Manifesto le linee guida del loro modo di esprimersi attraverso l’arte.
Perciò, essi decisero di cimentarsi in un tipo di poesia che liberasse l’emozione repressa per utilizzarla quale forza motrice per realizzare gli obiettivi suggeriti dai nuovi valori.

Hai trovato difficoltà a confrontarti con altri poeti? Hai avuto opportunità di incontri?

Inizialmente un po’. La poesia amorosa e quella di introspezione sono sempre stati due filoni prevalenti nella nostra tradizione letteraria. Comunque, non mi sono scoraggiata e ho fatto siti sull’Ecopoesia, ho scritto libri, partecipato a conferenze come rappresentante italiana, sono stata invitata a Congressi sul tema in Brasile, Usa, Inghilterra, Francia, ecc.

Facendo questo lavoro hai trovato difficoltà a sensibilizzare le persone verso la Natura?

No. Via via si sono uniti altri poeti e artisti italiani che amavano lo stesso genere di poesia.

C’è una coscienza di non separazione tra l’essere umano e la Natura?

Assolutamente no. Posso dire che, con il tempo, questo sentimento di unione, anzi di “compenetrazione” con la Natura è diventato più forte. Naturalmente, ha contribuito la diversa situazione culturale della seconda metà del XX secolo.
Infatti, come scrivo nel Manifesto

dopo le confuse ed eterogenee esperienze artistiche postmoderne si sono delineate alcune nuove tendenze che prendono origine:

  • dalla velocità e dalla facilità della comunicazione
  • dai processi di globalizzazione, anche culturale
  • dalla drammatica criticità ambientale del pianeta.

Queste tendenze sono il frutto delle seguenti considerazioni:

  • l'attuale sovrabbondante tempesta mediatica di notizie ha avuto come conseguenza una reazione difensiva che tende a separare dalle emozioni, dalle informazioni e dalle immagini dei fatti.
  • L'assuefazione alle rappresentazioni virtuali ha progressivamente saturato le menti di miliardi di uomini rendendoli passivi spettatori dei fatti.
  • Tale passività ha generato, specie nei giovani, una abulia nei confronti di ideali e di valori, che li ha privati dell’entusiasmo necessario ad affrontare i problemi del nostro tempo.

Nonostante ciò, oggi la salvaguardia dell’ambiente si è imposta come valore ineluttabile del XXI secolo.
Caduta l’idea di una Natura, intesa come risorsa inesauribile, è entrata anche in crisi la visione antropocentrica e verticistica dell’Uomo padrone senza limiti di tali risorse.
La nuova visione prospettica della Terra, suggerita dalle nuove conoscenze in campo astronomico e dalle affascinanti immagini che ci provengono dallo spazio ci rende coscienti del nostro piccolo posto nell'Universo e della nostra non privilegiata presenza sulla Terra.

Come è vissuta la Natura dalle persone che hai incontrato?

A seguito di tali considerazioni, alcuni artisti si sono cimentati in un tipo di poesia che liberasse l’emozione repressa, per utilizzarla quale forza motrice per realizzare gli obiettivi suggeriti dai nuovi valori e hanno preso atto del ruolo dell’Uomo in quanto attore di distruzione o di protezione di questa nostra casa comune, la Terra.
L’uomo si assume le sue responsabilità nei confronti di questo fragile pianeta.
Da questa consapevolezza di responsabilità nasce una nuova etica di rapporto; non più esclusivamente fra uomo e uomo, ma fra Uomo e Natura.
Questa nuova filosofia morale si inserisce in quella recente cultura che, dopo la destrutturazione post-moderna delle ideologie, ricerca nuovi valori e fini senza però ingabbiarli in rigide sovrastrutture gerarchiche o ideologiche.

§

Scomparsa delle Api

                          Sul ramo del pero
                          una nuvola bianca di fiori.
Fugace incanto
che dura
             dal mattino alla sera.

                                     Muta è, però,
                                     questa strana Primavera;
                                     senza brusii e senza api ronzanti.
Come neve leggera,
cadono i bianchi fiocchi dei fiori
               inutili e
               sterili
               sul grigio cemento.

 

Magiche pupille

Come te, gatto amico,
mi sono accoccolata vicino al fuoco
al dolce tepore dei miei sogni.

Placido scorreva nell'ambra dei tuoi occhi
il magico flusso dei tuoi segreti mondi.

Solo effimere faville,
vampe di misteri
ho letto,
per un attimo,
nelle tue magiche pupille.

Portami con te dolcemente
lontano dalle mie tristezze.
Fammi scordare
con fusa tranquille e lente
la mia mancanza di carezze.

 

Anziani in città

Vanno,
curvi,
lungo il viale della sera
sotto il peso delle loro vite consumate.

             Vanno,
             a piccoli passi,
             oscillando lentamente,
             con i modesti sacchetti della spesa.

Vanno,
col capo chino,
cercando di vedere
oltre l’opaca cortina degli anni,
le auto, le buche e i sassi.

            Vanno,
            in silenzio,
            lungo il viale che vide
            i loro giovani passi
            affrettarsi verso inutili affanni.

Vanno, incerti,
verso le loro case,
una volta così vicine
e ora così lontane.

            Vanno, mesti,
            orfani di carezze e di sorrisi
            a ultimare il loro dovere di vivere.

                                      E vanno…
                                      Vanno curvi
                                      lungo il lungo viale della loro sera
                                      un po’ confusi,
                                      parlottando con ricordi distanti,
                                      forse pensando
                                      al miagolio o allo scodinzolare lieto
                                      di chi attende un po’ di amore
                                      dalle loro vecchie mani tremanti.

 §

 

Nota dei curatori Dome Bulfaro e Patrizia Gioia.
Questo articolo, di fatto, è un nostro tributo alla ricerca ecopoetica di Maria Ivana Trevisani Bach, che già nel 2005 pubblica Ecopoesie nello Spazio-Tempo (2005, Serarcangeli Editore). Una recensione utile ad un suo primo approccio è leggibile al seguente link.

Ivana Trevisani Bach, inoltre, ha scritto La felina commedia di Mozot (2011), per dare voce alla Natura che non ha voce. Uno dei più bei libri per ragazzi, un cammino di conoscenza e amore, dove i Gatti della storia ci rammemorano la nostra storia, il cammino che l’umano deve compiere per divenire più umano, un cammino mai finito perché infinito (P.G.).

 


Trevisani Bach IvanaMaria Ivana Trevisani Bach è biologa, ricercatrice, insegnante di Scienze nei licei. Scrive poesie aderendo al Movimento letterario dell’ecopoetry di cui ha scritto il Manifesto Italiano. Gli animali, la Natura, l’ecologia, sono i temi prevalenti della sua attività letteraria. Ha pubblicato articoli su riviste scientifiche e letterarie.
La sua ultima raccolta di ecopoesie è Un treno per tutte le stazioni (Genesi, 2020).

» La sua scheda personale.