Poetry Therapy Italia

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Questa è la storia di un gruppo di persone che aiuta un altro gruppo di persone a trovare dentro di sé, nel proprio nucleo familiare e nella rete creata con le altre famiglie che hanno scelto di fare parte di Chi cerca trova… le risorse per trasformare il dolore indicibile di un lutto per tumore in un mantello d’amore condivisibile.

 

Chi cerca trova…

Chi cerca trova… è il titolo di un significativo progetto promosso dall’Hospice per malati terminali “S. Maria delle Grazie” Fondazione Don Gnocchi di Monza, insieme all’AMA di Monza (Associazione auto mutuo aiuto), alle Biblioteche di Monza e all’associazione Cancro primo aiuto onlus, con il patrocinio dei Comuni di Monza e Villasanta. Le tematiche attorno a cui si è sviluppata questa iniziativa sono il limite, la perdita, il lutto, con l’obiettivo di aiutare i bambini, i ragazzi e i relativi genitori o parenti che hanno vissuto la morte di una persona importante e che non riescono a superare le relative sofferenze: il tutto in un’ottica di auto-mutuo aiuto e di elaborazione del lutto attraverso adeguati strumenti e metodologie. Si è svolto da marzo a giugno del 2016, con otto incontri che si sono tenuti di domenica mattina, presso la sede del Seminario teologico Internazionale PIME di Monza. La partecipazione prevedeva un numero limitato di persone.
L’iscrizione al percorso era per le famiglie un servizio gratuito.

L’equipe di professionisti della cura di Chi cerca trova…

Dottor Carlo Cacioppo, direttore socio-sanitario dell’Hospice “S. Maria delle Grazie” di Monza
Andrea Spatuzzi, coordinatore del progetto e psicologo
Giovanna Bartolozzo, presidente AMA di Monza (Associazione Auto Mutuo Aiuto)
Anna Penone, della Biblioteca Cederna
Dome Bulfaro, poeta artista e facilitatore in poesiaterapia
Enrico Roveris, regista teatrale, esperto di teatro e disabilità
Padre Ivan, seminarista del PIME
Gabriella Palazzi, docente volontaria
Emanuela D’Alterio, coordinatrice volontari Hospice “S. Maria delle Grazie” di Monza

Fase preliminare
C’è stata una fase preliminare che ha preso forma nei mesi precedenti nel marzo 2016: le cinque principali biblioteche monzesi di allora hanno infatti selezionato una bibliografia ad hoc e già durante l’autunno hanno cominciato a proporre le relative letture ai bambini, ai ragazzi e agli eventuali genitori. Lo scopo è stato quello di individuare le persone che avevano vissuto la perdita di una persona importante e mostrato segni di sofferenza, cominciando a offrire loro l’opportunità di approfondimenti, in vista di un successivo lavoro che poi è avvenuto con tre gruppi di laboratori suddivisi per fasce d’età: bambini da 4 ai 7 anni, ragazzi da 8 a 13 anni, relativi genitori o parenti. I tre gruppi hanno puntato a creare un ambiente e un clima sereno in grado di facilitare la condivisione, attraverso letture animate con laboratorio creativo per bambini. Per quanto riguarda ragazzi e adulti si è utilizzata la metodologia dell’auto-mutuo-aiuto, che mette al centro della relazione la mutualità, generando relazioni fra membri del gruppo basate sull’aiuto reciproco, quale mezzo principale anche per riuscire ad aiutare sé stessi. 

Chi cerca trova… tra lutto e vuoto culturale
Il progetto Chi cerca trova… si è collocato fra il gruppo familiare in lutto, i bambini, i ragazzi e il “vuoto” culturale nel quale ci si trova quando si incontra la morte, poiché di essa sembra non se ne possa parlare. Al limite la si può rappresentare. Su questo punto come promotori dell'iniziativa così ci pronunciammo: “La famiglia spesso non è preparata a condividere la perdita con il bambino o con il ragazzo: tende ad allontanarlo per proteggerlo, e per questo lentamente fa scivolare nel silenzio, nel non detto, dialoghi e relazioni che possono emergere dal dolore derivante dalla perdita di un proprio caro. L’idea, dunque, è che dalla morte non ci si debba difendere! La società difficilmente prende in considerazione l’evento della morte visto e vissuto da un bambino: la rarità dei servizi dedicati a questo ne sono una prova. Di solito la morte è proposta e abbondantemente trattata sotto forma di spettacolo, di rappresentazione, anziché proporla anche come esperienza di vita e vivibile”.

Chi cerca trova… intendeva collocarsi in questa situazione come un’opportunità per affrontare e curare il dolore da perdita di bambini, ragazzi e adulti anzitutto attraverso un coinvolgimento familiare che prevedesse esperienze differenziate per ogni soggetto. Non ultimo, il progetto, anche grazie allo status degli enti che vi parteciparono, intendeva promuovere il dialogo e una coscienza sul tema della morte, come stimolo culturale che propone di accettare questo aspetto naturale, che appartiene alla vita, anziché rifiutarlo per mezzo della sua sola rappresentazione.

L’utenza di Chi cerca trova…
L’utenza di questo laboratorio si componeva di quattro famiglie con il genitore, quasi sempre percepito come “superstite”, figli/e adolescenti, preadolescenti o infante/i, eventuali nonnə a loro volta genitori del figlio/a superstite o del/la figlio/a morta.
Il genitore morto, in giovane età – “prematuramente” – a causa di tumore, era stato accompagnato alla fine della propria vita, nella struttura promotrice del percorso: l’Hospice “Santa Maria delle Grazie” di Monza.

Parole chiave del progetto
In una comunicazione datata 7 ottobre 2015, in fase di genesi del progetto, si è lavorato, tra i tanti aspetti, anche su quali fossero per noi le parole chiave. Riporto di seguito due riflessioni condivise fino ad ora rimaste in archivio.

Emanuela D’Alterio: parole chiave

Ciao Anna (Penone n.d.r) e ciao a tutti. Dopo la telefonata esplicativa di cosa desideravi per l'introduzione, eccoti le mie parole chiave: accoglienza, alleanza, ascolto attivo, comunicazione, polarità: vita/morte; gioia/tristezza; allegria/pianto; rabbia/paura. Emozioni; colore. Resto in attesa di un tuo riscontro e a disposizione per eventuali chiarimenti.
Un abbraccio a te e a tutti.  

Andrea Spatuzzi: parole chiave

Sostenere il dolore VS. eliminarlo rapidamente
Coinvolgere VS. allontanare
Esprimere VS. tacere
Domandare VS. non domandare
Incertezza VS. certezza
Cercare VS. nascondere
Percorso VS. luogo
Esporre VS. nascondere
Natura VS. cultura
Verità VS. bugia
Presenza VS. assenza
Vivere VS. virtualizzare
Essere VS. apparire

La filosofia di Chi cerca trova… di Andrea Spatuzzi
La filosofia del progetto sostiene che la morte sia un fatto naturale, che deve essere vissuto nella sua pienezza, sia per gli adulti sia per i bambini. Questa posizione è la premessa alla possibilità di poter ritornare a stare bene ed è la premessa per migliorare la capacità a saper recuperare benessere. Partendo da questa posizione, si dà valore alla possibilità di sostenere il dolore, normale e naturale, quando muore una persona importante; si dà valore al coinvolgimento quale esperienza che aiuta; si dà valore alla possibilità di esprimere dolore, pensiero, azione…; si dà valore alla domanda, intesa come ricerca e come atteggiamento indispensabile per trovare un benessere perduto; si dà valore all’incertezza che si genera dalla perdita, dall’incapacità a rispondere a domande fondamentali, ma che richiedono il sostegno dell’incertezza per poter trovare risposte… risposte nuove! Cercare, nel senso di cercare qualcosa che non si conosce, percorrendo nuove via perché quelle di un tempo sono impercorribili; Esporre, per non doversi nascondere, evitare, negare, far finta…; Natura, perché la morte è natura, è premessa per la sua esistenza; Verità, rispetto a un fatto che non può essere ridotto – nonostante tutti gli sforzi umani possibili – a qualcosa di falso: la morte è vera da morire!
E ancora: Presenza, intesa come esserci nella perdita, nel dolore, nella ritualità culturale e personale della morte; quindi, vita vissuta e non solo ed esclusivamente rappresentata o virtualizzata affinché si abbia la sensazione che la morte non ci riguarda; Essere!

Struttura e calendario di Chi cerca trova…
Per quanto riguarda il percorso del progetto, siamo partiti dall’identificare l’argomento stimolo (attivato dalla persona indicata), che poi avrebbe dato l’orientamento ai laboratori e alle attività proposte nelle varie giornate. Ogni argomento era previsto che venisse trattato da ogni componente del gruppo.

La struttura degli incontri era la seguente:
1- Percorso con tutto il gruppo (utenza e operatrici/operatori), attivato da uno stimolo iniziale laboratoriale guidato da una/due operatrici
2- Continuazione del laboratorio, ma suddividendo gli utenti per gruppi di età: bambine/i (seguiti da Anna e Dome); adolescenti (seguiti da Emanuela ed Enrico); adulti (seguiti da Giovanna e Gabriella). Ivan, infine, svolgeva infine un ruolo di jolly con interventi integratori e di eventuale raccordo tra i gruppi.

1° incontro. 13 marzo (v di quaresima). Stimolo iniziale: Anna
Apertura evento e conoscersi intorno al tema principale dell’incontro: la morte, il morire, il dolore…

2° incontro 20 Marzo. Stimolo: Anna e Gabriella
L’incertezza della morte e le paure.

3° incontro 10 Aprile. Stimolo: Ivan
Il valore del fare domande, del cercare e di destreggiarsi tra verità e bugia.

4° incontro 17 Aprile. Stimolo: Paola e Giovanna
Sostenere e/o eliminare il dolore.

5° incontro 15 Maggio. Stimolo: Emanuela
Assenze e presenze.

6° incontro 29 Maggio. Stimolo: Gabriella
Difficoltà o negazione delle difficoltà.

7° incontro 12 Giugno. Stimolo: Anna
Crescere insieme e/o isolarsi nella difficoltà.

8° incontro 26 Giugno.
Incontro di chiusura sviluppato nel work in progress.

Il progetto si è sviluppato da marzo al 26 giugno 2016, suggellato da un nono incontro, informale: un aperitivo che riuniva tutti i membri delle famiglie e tutti gli operatori. Nella convivialità di questo congedo tra i due gruppi ci sono state manifestazioni di stima, affetto e tanta reciproca gratitudine.

Testimonianze di alcuni del gruppo di aiuto
A nove anni di distanza da questa esperienza ho chiesto, nel marzo 2025, ad alcuni professionisti di quell’equipe di esprimere un ricordo. Con gli utenti nessun operatore è rimasto in contatto. Tuttavia, questo progetto, per la profondità dell’esperienza e della grande crescita umana come individui e come gruppo, è rimasto nel cuore di tutti noi che facemmo parte di quell’equipe.

Carlo Cacioppo, 16 marzo 2025

Come operatori di Cure Palliative in hospice abbiamo il compito di assistere malati gravi, ma anche di aiutare le loro famiglie. I bambini fanno parte del contesto familiare, spesso sono nipotini, ma a volte, con grande dolore, anche figli del malato. Il progetto Chi cerca trova… è nato dal pensiero che sia importante cercare un modo accettabile e positivamente costruttivo per non escludere il bambino dall’ esperienza anche se dolorosa che la famiglia sta attraversando. Quando ci è giunta notizia che le biblioteche di Monza nelle loro attività rivolte ai bambini e genitori organizzavano sabati con letture adeguate e che un paio di volte all’anno queste trattassero il tema del limite, della perdita e del lutto, abbiamo chiesto che alcuni di noi potessero parteciparvi, offrendo la possibilità di ulteriori incontri, che prevedevano giochi e letture per i piccoli e confronto di esperienze per i grandi. Ricordo una partecipazione forse modesta di numero, ma molto significativa per chi volle essere presente. 

Emanuela D’Alterio, 7 marzo 2025

Durante il mio volontariato in Hospice, ho percepito l'importanza di accogliere le famiglie in lutto e dare voce allo smarrimento e alla solitudine del dolore del coniuge rimasto solo e dare voce alle domande ed emozioni dei figli piccoli o adolescenti. È nata così una “cordata” di professionisti della cura: un gruppo di persone appassionate alla relazione d'aiuto, che hanno progettato e realizzato il percorso di Chi cerca trova…
Dopo anni da quell'esperienza ho ancora impresso nel cuore e nella mente le confidenze ricevute, gli abbracci donati, i silenzi, i pianti, le risa, la creatività dei bimbi, le domande “scomode”. Restano nella memoria emotiva i giochi teatrali condivisi, i lavori tra colle, carta, pennarelli, le poesie ricche di emozioni. Un'esperienza unica e preziosa per tutti, che ci ha resi più empatici e aperti gli uni agli altri. Non abbiamo potuto togliere il dolore e nemmeno capire a fondo la sofferenza dell'altro, ma la vita e la morte si sono stretti la mano rendendoci tutti più umani e, condividendo questo percorso, ci ha fatto sentire meno soli e più famiglia.

Gabriella Palazzi, 16 marzo 2025

Ho perso nelle intricate vie della memoria e di un pc che ha smesso di funzionare, molti ricordi di quella bella esperienza. La condivisi soprattutto con Giovanna che purtroppo non c’è più (n.d.r. Giovanna Bartolozzo, è morta il 16 gennaio 2023). Guidammo insieme i gruppi di auto aiuto tra adulti coinvolti nel dolore della morte, contemporaneamente a quelli che si tenevano per bambini in lutto: gli adulti ne erano i genitori, o i nonni, o gli zii, o anche soltanto degli amici infinitamente coinvolti. La parola che racconta il proprio dolore – l’ascolto che ne permette la condivisione – la pratica giapponese del Kintsugi, che ripara impreziosendolo un oggetto affettivo rotto furono gli strumenti e i metodi che usammo. E che il dolore immenso possa essere trasformato in un nuovo sentimento, più sopportabile e spesso arricchente, fu la scoperta di chi cercava la propria strada per continuare a Vivere.

Andrea Spatuzzi, 31 marzo 2025

Sono uno psicologo e l’esperienza professionale in hospice mi ha portato spesso a lavorare con le famiglie nei momenti più delicati della loro vita, come la perdita di una persona cara. Una delle richieste più frequenti che mi sono state rivolte riguardava l’aiuto nei confronti dei bambini, perché i genitori, nel desiderio di proteggerli, tendono spesso a tenerli lontani dal dolore della perdita. Tuttavia, credo profondamente che sia importante permettere anche ai più piccoli di vivere questa esperienza, accompagnandoli con sensibilità e rispetto, affinché possano sviluppare strumenti emotivi per affrontare il lutto. Da questa consapevolezza è nato "Chi cerca trova", un progetto che si poneva l'obiettivo di aiutare un gruppo di ragazzi a elaborare il lutto e, più in generale, di diffondere una cultura che riconosca l'importanza della partecipazione dei bambini alla perdita. Attraverso incontri, attività espressive e momenti di condivisione, il progetto ha offerto loro uno spazio sicuro per dare voce alle proprie emozioni e trasformare il dolore in crescita. È stata un'esperienza avvincente, istruttiva e piena di forti emozioni. Ho visto ragazzi scoprire la forza della memoria, il valore del ricordo e la possibilità di trovare un senso anche nei momenti più difficili. E, soprattutto, ho visto quanto sia potente il sostegno reciproco nel cammino dell’elaborazione del lutto.

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Dome Bulfaro Foto Dino Ignani Rimini 2016

Dome Bulfaro (1971), poeta, esperto di poesiaterapia, si dedica alla poesia (di cui sente un servitore) ogni giorno dell’anno. È tra i più attivi e decisivi nel divulgare e promuovere la poesia performativa; ed è il principale divulgatore in Italia della poetry therapy/poesiaterapia. Dal 2021 è docente di Poesiaterapia e Lettura espressiva poetica presso l’Università degli Studi di Verona, nel pionieristico Master in Biblioterapia. Nel 2013 ha ideato e fondato con C. Sinicco e M. Ponte la LIPS - Lega Italiana Poetry slam. Nel 2023, ha ideato e fondato con M. Dalla Valle. P. M. Manzalini e I. Monge la BIPO - Associazione Italiana Biblioterapia e Poesiaterapia, prima associazione di categoria. Ha fondato e dirige Poetry therapy Italia (2020), rivista di riferimento della Poesiaterapia italiana. Ha fondato e dirige (con Simona Cesana) PoesiaPresente – Scuola di Poesia (2020) performativa, scrittura poetica e poesiaterapia. www.domebulfaro.com

(Foto Dino Ignani)
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