Una mostra nata dall’incontro tra un’associazione di promozione sociale e un centro diurno rivolto a persone disabili, che ha permesso di dare vita a 36 ritratti di un repertorio artistico inusuale, ricostruendoli con grande impegno nella ricerca dei costumi, nelle ambientazioni e nella preparazione degli scatti.
Questo è il racconto della collaborazione fra due enti “amici”, fra persone con competenze diverse, ma con un tipo di entusiasmo e di spirito molto simile. Da una parte c’è l’Associazione di Promozione Sociale Proiezione 180, nata quasi 10 anni per offrire progetti di valorizzazione della diversità con un punto di vista libero e fantasioso a servizio delle persone, dall’altra c’è la Cooperativa L’Iride, nello specifico il CSE “Bella vita” di via Parma, 1 a Monza, un centro diurno rivolto a persone disabili adulte con buone capacità relazionali e comunicative, in cui si propongono percorsi educativi costruttivi e stimolanti. Insieme ci basiamo sulle risorse, sulle possibilità nascoste e non sui limiti. La relazione è sia il nostro metodo che il nostro obiettivo e il “fare insieme” arricchimento reciproco. Con queste basi si è sviluppato il progetto Arte in un click: trova le differenze, che grazie al bando della Fondazione di Monza e Brianza ha potuto prendere vita sul territorio, la mostra itinerante che proponiamo ne è la naturale e vivace conclusione.
L’idea della mostra nasce nel periodo della pandemia, quando educatori e ospiti del centro hanno intrapreso la visita virtuale a musei e mostre, avvicinandosi alle opere d’arte e ritrovando in alcune delle somiglianze e delle assonanze con propri sentimenti ed emozioni. Al rientro nella normalità si è concretizzato il progetto e ogni partecipante ha scelto l’opera d’arte che sentiva più vicina alla sua sensibilità e che meglio lo rappresentava. Calarsi in quel quadro e impersonarne il protagonista è stato vivere quel dipinto con il proprio volto, la propria gestualità e con la propria precisa individualità. Gli scatti fotografici riprendevano ognuno nella stessa posa del personaggio dipinto e un ragazzo del Centro, appassionato di fotografia, ha dato vita a 36 ritratti di un repertorio artistico inusuale che fa rivivere con una vita diversa quei capolavori. Tutta l’operazione di studio e realizzazione ha richiesto un grande impegno nella ricerca dei costumi, nelle ambientazioni e nella preparazione degli scatti definitivi. Durante questo importante lavoro di preparazione sono stati realizzati dei video che possono essere visti attraverso la scansione del QR code che si trova accanto a ogni opera. La fase preparatoria ha richiesto, soprattutto, che ogni partecipante si mettesse in gioco attraversando imbarazzi, emozioni e paure ed esprimesse liberamente i propri pensieri sul lavoro che si stava realizzando. Nella didascalia delle opere sono riportate proprio le brevi riflessioni dei protagonisti, di come si sono sentiti, dei pensieri sull’arte e sulla sua utilità. La mostra accoglie opere frutto dell’ingegno, della sensibilità e della collaborazione di tutte le persone coinvolte nel progetto.
Sara Cremonese, Educatrice ideatrice del progetto
Perché questa proposta in tempo di Covid: fra aprire e chiudere... allargare
Abbiamo visto un autentico bisogno di incontro, una grande voglia di comunicare al di là della modalità on line per ricominciare a vivere e a essere nel mondo e nella città. Soprattutto le persone più fragili sono rimaste troppo isolate e nell’ impossibilità di gestire in modo ricco e vitale molte ore della giornata. I bisogni generati indirettamente dalla pandemia sono comuni a tutti, ma la mancanza di stimoli rischiava di essere un “blocco” della creatività e degli scambi che nutrono il terreno dell’inclusione sociale. Il bisogno di uscire dalla solitudine e dall’isolamento è stato forte e diffuso, come quello di essere riconosciuti e visti. Sentivamo l’esigenza di rimettere in circolo idee e persone. Sappiamo bene che, durante i momenti di crisi, l’abitudine a “togliere” attività e proposte può far perdere slancio ed entusiasmo a discapito di percorsi nuovi e aperti quindi pieni di rischi. L’attività sociale è attività culturale: attraverso l’arte ci si incontra e ci si comprende, ci si incuriosisce e si apprende in modo sempre nuovo. I ruoli spesso si invertono: abbiamo interagito con gli altri cittadini come risorsa e non come “soggetti svantaggiati” arricchendo di fatto la proposta culturale della città. Con questa una nuova veste, abbiamo creato una mostra fotografica di reinterpretazione delle opere d'arte: ripartiamo dalla bellezza come motore di vitalità, la nostra proposta è giocosa e divertente e per questo ancora più seria: trovare nuove forme di “riabilitazione” e “cura” sfruttando tutti i mezzi a disposizione. E’ possibile apprendere attraverso l’arte e il divertimento. Ognuno è stato coinvolto attraverso percorsi personalizzati, individuali e di gruppo, e mette in atto concretamente ciò che sa e vuole fare a vantaggio di tutti. Durante la pandemia il servizio è stato capace di trasformarsi e di non lasciare indietro nessuno, vogliamo mostrare il frutto di un gruppo di lavoro “resiliente”. Così accade che si impari la storia dell’arte divertendosi, che si giochi insieme a osservare e a travestirsi, che si parli tanto, tantissimo; che si rida tanto, tantissimo. Ci si immedesima in altri mondi, in altre epoche, in altri luoghi: ci si racconta mentre insieme si cerca di rispondere alle domande che tutti ci facciamo.
A chi assomiglio? Come mi sento? Cosa provo?
Si è detto e scritto tanto su quanto sia importante essere riconosciuti e visti. Su quando ci faccia stare bene, ci incoraggi, ci stimoli e ci dia fiducia. Sicuramente in questo progetto abbiamo pensato a tutta la letteratura a riguardo, alla possibilità di essere guardati, visti, riconosciuti e conosciuti di nuovo e speriamo tanto di offrire a tutti anche un esercizio di "visione".
Cosa vedo quando guardo? Cosa vedo quando ti guardo?
Se partiamo dall'idea che mai niente cambierà non possiamo vedere principi, regine, cristi e madonne, angeli. Ma tutti possiamo cambiare, anzi ancora meglio possiamo “rivelarci”. A volte siamo troppo sicuri che gli altri siano solo quello che sappiamo già, li abbiamo già visti, abbiamo già deciso come sono, cosa possono fare, cosa possono dire. Nella vita l'abitudine non fa vedere mai la verità: ecco allora il nostro allegro e apparentemente spensierato esercizio di "visione".
Ritratti, umori, animi, desideri.
La novità è una regola antica: guardare.
Ma tu l'hai visto mai chi sono io?
Vi invitiamo alla mostra proprio con alcune frasi che ci siamo appuntati durante il lavoro:
Massimo: Bacchino malato di Caravaggio
Quando vedo un quadro famoso lo porto dentro di me come se fosse mio. L’arte che hai dentro la tiri fuori usando le mani e la fantasia. Questo quadro lo intitolerei “Chi fa la vendemmia in Sardegna”.
Giovanna: Donna con drappo di Sabbatino
L’arte è bellezza. La bellezza è quella cosa che hai dentro di te, negli occhi, nel sorriso e nella statura e che ti fa diventare una persona di cuore. Quando ho fatto la foto è stato difficile restare seria e guardare da un’altra parte. Mi sono emozionata e stupita quando ho visto la mia foto.
Vittoria: le lacrime Freyia di Zilberman
Avevo voglia di essere come il quadro e quando ho visto la foto ero scioccata e felice. Le lacrime di Freyia sono lacrime di gioia perché quando l’ho interpretata ero felice.
Jennifer: Zelda di Bueno
L’arte è l’esplosione delle emozioni e dei colori. Quando ho fatto la foto avevo freddo, ero agitata ma curiosa, avevo tante persone intorno. Il mio quadro vorrei che si intitolasse “le parole che non riesco a dire”.
Giuseppe: La morte di Marat di Louis David
L’arte all’inizio è un pensiero, poi diventa un disegno, poi tu diventi un pittore che colora. Nell’interpretare Marat mi sono sentito rilassato, ero sdraiato, comodo, disteso, mi sono perfettamente immedesimato con Marat, scoprendo dopo che le mie erano le stesse sensazioni che il pittore voleva suscitare.
Micaela: Sogno di Picasso
L’arte crea, riesce a tirare fuori quello che hai dentro. Essere spettatore dell’arte dal proprio punto di vista fa venire fuori il valore delle diversità delle persone facendole sentire libere. Vivere questa esperienza mi ha fatto sentire protagonista, mi ha dato una sensazione di protezione, io mi sono sentita protetta e importante. La bellezza è l’apoteosi dei sentimenti belli e gioiosi.
Luca: autoritratto di Picasso
L’arte serve a stupire e a far star bene, è un’esplosione umana. L’arte ci emoziona e ci rende liberi dalle paure e dai giudizi.
Annarosaria: La ragazza con l’orecchino di perla di Vermer
L’arte fa felici le persone che vanno a guardarla. Mentre facevo la foto ero un po' emozionata, timida e preoccupata, quando ho visto la foto mi sono piaciuta e mi sono tranquillizzata. Sono contenta che le persone vengano ha vedere questa mostra.
Simone: il ragazzo con il garofano di Otto Dix
Mi è piaciuto vedere me stesso in un quadro. La bellezza è come ti vesti e l’approccio che hai, bisogna cercare di aprirsi così la bellezza esce e puoi affrontare la vita. Il personaggio del mio quadro sembra arrabbiato ma secondo me è timido e non sa se consegnare il fiore.
Giulia: Jeanne Samary in abito scollato di Renoir
L’arte serve ad incuriosire. Il personaggio guarda e pensa come me, io sono così, curiosa e gentile.
Miriam: bambina con il palloncino rosso
La bellezza è colore e sfumature di colori. L’arte è divertirsi esprimendo le emozioni: la rabbia e la gioia. La bellezza ci stupisce e ci fa sentire orgogliosi. Questo quadro mi assomiglia perché io faccio volare il cuore.
Francesco: uomo sdraiato di Botero
L’arte va guardata. Io guardo i quadri perché mi fanno contento. Questo quadro lo intitolerei “Ciccio”che è il mio soprannome.
Ilaria: donna al caffè di Antonio Donghi
La paura mi fa vedere le cose nere. L’arte mi fa star bene e mi fa vedere la vita con più colore, mi da lo stimolo per provare ha fare qualcosa di nuovo. L’arte è l’impressione di un momento, la voce che hai dentro.
Angela: Jeanne Nebuterne col cappello di Modigliani
L’arte sono le cose che costruisco. Nella foto mi sono sentita bella.
Alessandro: il figlio dell’uomo di Magritte
Nel fare questa foto mi sono trasformato, non ero più io. L’arte è felicità tra suoni e musica. L’arte sono i nostri ricordi.
Danilo: Dante di Botticelli
L’arte ci fa sentire importanti. Fare la mostra è una cosa bella.
Giuseppe: Cristo morto di Mantegna
Non me ne intendo di bellezza. Gesù era sicuramente più basso di me.
Alberto: Ritratto di Giovanni Arnolfi Jean Van Eyek
L’arte è fatta di quadri, di colori e di musei. Per fare le cose belle bisogna saper guardare.
Cristina: la dama con l’ermellino di Leonardo
L’arte è creare. Serve a rilassare la mente e allontana le tensioni. Nel guardare l’arte mi emoziono mi fa provare gioia. La bellezza serve a capire come si è fatti fuori e dentro.
Iolanda: Monet
L’arte è un’ idea creativa ispirata dai materiali che abbiamo a disposizione e dall’idea che e dentro di noi. Serve ad esprimersi, a star bene, a vedere in maniera diversa ciò che ci circonda. la bellezza è vedere un bambino, i fiori, un bel paesaggio, un tramonto e tutto quello che fa sorridere e stupire.
Antonella: Frida Kalo
La bellezza è mettersi il trucco, un bel vestito, il cerchietto in testa e il rossetto rosso. Quel giorno mi sono sentita bellissima.
Ivan: mangiatore di fagioli di Annibale Carracci
Guardare i quadri mi fa sentire bene perché mi fa vedere cose diverse da quelle che vedo sempre. L’arte mi dà gioia. Per avere le cose belle bisogna fare le cose bene.
Benedetto: Memling San Benedetto
L’arte è storia. La bellezza è camminare nella natura.
Stefano: Ragazzo di Schiele
L’arte mi prende, mi emoziona e mi da energia.
Manuel: lanciatore di fiori Banksy
L’arte mi fa avventurare in un mondo fantastico, mi fa tornare bambino e mi rende felice. La bellezza è normalità, ognuno ha una bellezza diversa dentro di sé, nel proprio cuore. La bellezza mi fa stupire.
Filippo: Angeli di Raffaello
L’arte insegna. Mi fa sentire capace. La bellezza è ciò che vedo. Quello che riesco a fare e che gli altri non fanno.
Monica: Maya vestita di Goya
Interpretare la ragazza del quadro è stato molto emozionante. L’arte è felicità e voglia di esprimersi. La bellezza è lavorare ed emozionarsi facendolo.
Matteo: Ritratto d’uomo Antonello da Messina
L’arte è ispirazione che viene dai sentimenti. L’arte abbellisce la vita. La bellezza è nella natura perché lei mi sorprende sempre.
Igor: Sfuggendo dalla critica di Borrel Del Caso
L’arte è una magia che si può esprimere in un gesto.
Simone: Artistide Bruant all’Ambassadeurs di Tolouse Lautrec
L’arte è bellezza messa in pratica. La bellezza mi rapisce e mi fa star bene. L’arte riempie il mondo di bellezza.
Luca: l’urlo di Munch
Questo quadro fa spaventare. Mi piacciono le mostre e mi piace il rosso.
Gabriele: autoritratto di Van Gogh
Van Gogh era un po’ fuori, come me. Mi è piaciuto rappresentarlo. L’arte serve a rappresentare le emozioni delle persone, mi fa sentire libero di creare qualcosa che gli altri possono guardare.
Giovanna: Marilyn di Andy Warrol
L’arte dà vita ai luoghi. L’arte è la storia della vita dell’uomo, mi dà felicità e la voglia di esprime ciò che ho dentro. La bellezza è dentro di noi, esce con lo sguardo e con le parole.
Massimo: Hayez ritratto
L’arte serve ad esprimere i pensieri e a raccontare la storia delle persone.
Le opere d’arte trattate sono 36, con 36 pensieri di commento dei protagonisti, ma anche alcuni dipinti con cui abbiamo scelto di approfondire il percorso con le persone che fanno parte del laboratorio di libera espressione. Ci eravamo proposti che questo progetto diventasse itinerante e quindi la mostra è già stata allestita nella sala espositiva del Teatro Binario7 a Monza a ottobre 2022, con visite guidate condotte dagli educatori e dagli stessi protagonisti del CSE Iride.
Valentina Selini è pittrice e arteterapeuta.
Diplomata all'Accademia di Brera in pittura ha poi scelto di approfondire il tema dell'arte come cura in un master di specializzazione in arteterapia.
Da sempre appassionata di arte e di persone lavora nel campo della salute mentale e della disabilità dal 1998.
» La sua scheda personale.