Poetry Therapy Italia

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di AA.VV., a cura di Federica Guglielmini e Dome Bulfaro

 

Un’antologia di riflessioni e articoli pubblicati ad oggi sui Colpitori: scrittori, psicologi, pugili, maestri di boxe, storici, docenti e giornalisti di molte delle maggiori testate giornalistiche di cronaca e sportive tra cui il Corriere della Sera, Il Foglio, La Gazzetta dello Sport, Tutto Sport, Sport Mediaset, Corriere dello Sport, Life Coaching-tgcom24, Libero…

 

La ri-evoluzione proposta da I Colpitori sta facendo sempre più breccia. Tanti gli articoli pubblicati su molte delle maggiori testate giornalistiche di cronaca e sportive tra cui il Corriere della Sera, Il Foglio, Gazzetta dello Sport, Tutto Sport, Sport Mediaset, Corriere dello Sport, Life Coaching-tgcom24… e le riflessioni di psicologi, storici, giornalisti, scrittori. maestri di boxe, pugili… su questo movimento sociale-letterario, apartitico ma fortemente politico, impegnato nel riconoscere e affrontare con arte, le piccole e grandi sfide di tutti i giorni, individuali, comunitarie e planetarie, difendendo le fragilità di ognuno e rispondendo. colpo su colpo, a ogni decadimento e degenerazione.

Di seguito, seguendo l’ordine di pubblicazione sul profilo instagram dei Colpitori https://www.instagram.com/i_colpitori2023/?hl=it, riportiamo tutte le riflessioni condivise ad oggi.

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Che la cultura illumini chi ha ancora voglia di combattere, di Alberto Ponticelli, 2023. Opera fatta per I Colpitori

 

Daniele Dell'Orco

Giornalista di Libero

Il “Manifesto dei Colpitori”, iniziativa etico-intellettuale nata nel 2023, dell’elenco pubblicato su Le Figaro non è che un rimando. Perché a livello concettuale, se il futurismo voleva essere anticipatore, il “Colpitorismo”, invece, seppur laico dal punto di vista politico, contiene una certa vena rivoluzionaria. (...). «La boxe è metafora delle grandi lotte umane. Può fornire alla società dei simboli nuovi per rigenerarsi», si legge, ma in effetti, per far crescere un buon «colpitore» è necessario un ottimo insegnante. In questo senso, i maestri di boxe occupano lo stesso valore educativo dei docenti a scuola: devono saper tirare fuori il meglio dagli allievi, allenandoli a difendersi dai colpi della vita.

 

Riccardo Colella sui Colpitori

Fight News Magazine

L’esigenza di dare vita al Manifesto dei colpitori nasce dalla necessità di elevare la vita da quel degrado sociale che, oggi più che mai, dilaga all’interno della società, in sinergia con quei meravigliosi valori che solo il pugilato può trasmettere. Per anni, infatti, la boxe è stata vista come attività brutale, violenta e priva di ogni raziocinio, ignorandone totalmente gli aspetti formativi, educativi e salvifici che, invece, è in grado di donare. Muhammad Alì diceva “Dentro un ring o fuori, non c’è niente di male a cadere. È sbagliato rimanere a terra”. Il pugilato, quindi, come guida per le nuove generazioni e metafora di vita.

In costante crescita, il Manifesto dei colpitori punta a risvegliare le coscienze popolari attraverso il coinvolgimento nel progetto di palestre, insegnanti, formatori, coach, psicologi, professionisti e artisti, ponendo il ring al centro della vita, e valorizzandolo come ruolo di riflessione.

 

Biagio Zurlo sui Colpitori

Maestro di pugilato 

Il nostro paese ha bisogno di sognare ancora, ma tutti noi ogni giorno siamo colpiti dalle fatiche della vita, dai colpi bassi di una società che è sempre più violenta. Mi chiedo da maestro di boxe chi sta al nostro angolo? L'arrivo dei Colpitori in Italia è un fatto storico, sono intellettuali coraggiosi che lottano per portare l'icona culturale del pugile  nei  cuori degli italiani, sotto i riflettori, nelle arti, in dibattito. I Colpitori stanno facendo una rivoluzione culturale che deve essere raccontata. 

 

Angelo D’Orsi sui Colpitori

Docente di Storia del pensiero politico

Colpitori come scintille

Mi ha sorpreso sentire dalla voce di uno dei quattro cooperanti italiani usciti da Gaza, che elencando le attività che portavano avanti a Gaza, completamente distrutte tutte dai selvaggi bombardamenti israeliani, v’era una palestra in cui si insegnava ai giovani gazawi il pugilato.

Mi sono detto: ma allora i COLPITORI hanno colpito giusto? Se in una situazione disastrosa, terribile (e parlo di prima dell’inferno scatenato dal 7 ottobre), si realizza una palestra per il pugilato, vuol proprio dire che si tratta di una pratica fondamentale per tenere unita una comunità, per sollecitare lo spirito della lotta, nel senso buono, per dare speranze e fiducia a chi ha rinunciato alle prime e sta perdendo la seconda.

Ma nella “filosofia” dei COLPITORI, se ho inteso bene, c’è altro, c’è l’idea della bellezza della lotta, del suo valore educativo, e infine c’è l’idea che un “colpo”, anche un unico colpo, in una società traballante e sfiduciata, senza speranze e passivizzata dal potere, un colpo bene assestato può essere l’avvio di un percorso di lotta, di cambiamento, e di rinascita.

Una sola scintilla può incendiare tutta la prateria, lo diceva Mao, riprendendo un antico proverbio cinese. E “Scintilla”, in russo “Iskrà” si chiamò la rivista di Lenin, dove costruì la base teorica della sua azione politica che lo condusse al potere con la Rivoluzione d’Ottobre nel 1917. 

Che i COLPITORI, possano essere le scintille in grado di incendiare la nostra prateria?

 

Sara Capolungo

Illustratrice

Quando penso a I Colpitori penso a coloro che come i pugili, fino all'ultimo round non si arrendono. Sono gli appassionati, chi ti trasforma, ti eleva e ti porta in alto.

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La Colpitrice, di Sara Capolungo, 2023. Opera fatta per I Colpitori

  

Silvia La Notte sui Colpitori

Campionessa di Boxe e Kick Boxing

Il pugilato è un'arte: sono salita sul ring per colpire le avversità e le paure, per vincere, per raccontare round dopo round la mia storia. Il ring è il palcoscenico della vita, gli spettatori cercano storie in cui credere ancora, non lo sapevate?

Questa è la boxe, il sogno di qualcosa che possa dirsi sempre migliore.

La mia dedizione si rivolge ai più piccoli e alle donne contro il bullismo e la violenza e voglio dire loro, a tutto il pubblico a tutti noi, armiamoci di coraggio e di volontà cercando di allenare il cuore e l'intelligenza. Salite con me sul ring, difendiamo e colpiamo, come fossimo artisti alla ricerca dell'opera perfetta.

 

Francesco Menichella sui Colpitori

Docente, comico e giornalista GQco e giornalista GQ

Benvenuti Colpitori! Colpire, per un comico e un pugile, significa usare la propria forza, talento e intelligenza con un obiettivo. Cogliere il momento giusto, il punto debole e l’effetto sorpresa per fare la differenza. Provocare una reazione, un’emozione, una riflessione nel pubblico e nell’avversario. Mettersi in gioco, vincere o perdere con coraggio e dignità. Trasformare il dolore, la sofferenza, la violenza in arte, in riso, in vita.

Nel cortometraggio Charlot e la partita di boxe (1914) o nel film Luci della città (1931), il pugile si trova in situazioni paradossali o rocambolesche, mentre in Charlot boxeur (1915) è un personaggio drammatico che esprime la sua solitudine, ribellione e speranza attraverso il corpo. Il pugile incarnava il sogno americano, la lotta per la sopravvivenza, la sfida al potere e alla violenza, la difesa dei deboli e degli oppressi, come nel film Il grande dittatore (1940), dove Chaplin pronunciò un discorso pacifista che rimane attuale:

«Non arrendetevi ai bruti! Avete il potere di rendere questa vita libera e bella! Lottate per un mondo nuovo, un mondo buono che assicuri a tutti gli uomini l'opportunità di lavorare, che dia futuro alla gioventù e sicurezza alla vecchiaia!»

Solo così un comico e un pugile colpiscono.

 

Il Corriere dello Sport sui Colpitori

2 ottobre 2023

Il movimento dei Colpitori ha una forma diversa da quella dei Futuristi: tra le fila dei Colpitori non ci sono solo poeti e artisti, ma anche pugili, docenti, discenti, pedagoghi... e cioè quella società che non ha paura di ri-disegnare se stessa favorendo "l'incontro con il pugile interiore, il suo processo nobilitante" perché "il cammino evolutivo del pugile è cultura dell'uomo che sa vincere, sa perdere e a conclusione di ogni incontro sa abbracciare l'altro (...)". Si tratta di un movimento laico e apartitico, come lo è il suo Manifesto.

 

Mario Furlan sui Colpitori

Fondatore e Presidente dei City Angels. Miglior life coach d’Italia, 2018. Stralcio tratto da “Sono arrivati i Colpitori” (Lifecoach -TgCom24), 18 ottobre 2023

(...) la suggestiva palestra “Heracles Gymnasium” di via Padova a Milano che colpisce il cuore di chi entra per la sua bellezza, decorata da arazzi e illustrazioni di artisti. La palestra è dell’ex campione italiano di boxe Renato De Donato, un pugile laureato, professore universitario amante della cultura dell’antichità e musica classica: la sua palestra unica in tutta Italia e Europa ha una grande biblioteca dove accoglie i ragazzi per studiare dopo la scuola e dove possono anche allenarsi. Si tratta di un vero e proprio avamposto culturale in grado di leggere i bisogni della città, in quella unione fra pugilato e cultura che ha sempre fatto la differenza nella storia contro il degrado culturale e sociale. Renato De Donato è fra i firmatari del Manifesto dei Colpitori…

 

Paolo Bocedi sui Colpitori

Presidente Ass. Antiusura e Antiracket SOS Italia Libera

Io difendo le vittime dal pizzo e colpisco da molti anni gli uomini della mafia nelle aule dei tribunali. Riconosco nei Colpitori una nobile impresa. Una scintilla in questi tempi difficili, alla ricerca del proprio pugile interiore: mi auguro che tutti noi e i giovani di oggi saremo in grado di trovarlo.

 

Federico Falzone sui Colpitori

Boxe Mania

Per me il Movimento dei Colpitori è un'occasione unica in Italia di fondere la forza della boxe al potere della cultura. Insieme sono in grado di allenare i valori etici e morali che rendono gli esseri umani e la società migliori. I giovani devono avere l'occasione di conoscere l'icona culturale del pugilato. Ho sempre visto la boxe come l'occasione di affascinare i popoli e lottare per i diritti civili. Lo fece Alì sfidando la politica e il razzismo. Lo fa un pugile quando decide di varcare le corde del ring sfidando se stesso e i propri limiti.

 

Francesco Cerato sui Colpitori

Docente di Lettere fondatore di Studia Humanitatis

«Difendiamo e colpiamo»: con un progetto d’avanguardia artistico-letteraria i Colpitori propongono una riflessione sull’oggi. Riprendendo l’immagine del boxeur che si allena in vista dell’incontro sul ring, il Manifesto imprime nel lettore un decalogo martellante, incisivo e memorabile, invitando a mettersi in gioco, a raccogliere le sfide del quotidiano e a reagire contro la società liquefatta del nostro tempo. L’opera vuole essere trait d'union fra i valori dell’arte pugilistica, i media e la tradizione letteraria.

 

Paolo Marcacci sui Colpitori

Docente e giornalista sportivo

Per parlare de “I Colpitori”, mi viene in mente la metafora della volpe e del leone di Niccolò Machiavelli, usata quando esemplifica il dosaggio di astuzia e forza che il Principe deve saper adoperare e la capacità di saper riconoscere i momenti adatti rispettivamente all’una e all’altra dote. Ecco spiegata, in questo modo, anche l’enorme differenza, innanzitutto culturale, che passa tra combattere e fare a pugni; tra aggredire un “nemico” e saper affrontare un avversario, dal polo del mancato dominio di sé a quello opposto della disciplina e della lucida strategia.

“I Colpitori” si calano dunque nella scena filosofica, culturale e a loro modo anche in quella artistica, passando per la via della boxe, che è mezzo e non fine, in questo caso. Nel loro manifesto, come accadeva per le avanguardie del primo Novecento, noi troviamo la razionalizzazione della fatica e della soglia del dolore che divengono per questo metafora delle nostre sfide quotidiane, attraverso l’esempio che viene, anzi che torna da un quadrato delimitato da un confine di corde e segnato da un decalogo di regole, dove due individui, sin dall’antichità, danno vita a una disciplinata contesa, laddove il rispetto reciproco riemerge ogni volta, come tornaconto ideale una volta che l’ultimo colpo è stato dato, ricevuto o schivato.

 

Alberto Frati sui Colpitori

Fighters Life

Il Manifesto artistico, letterario e sociale dei Colpitori scritto da Federica Guglielmini e Dome  Bulfaro, nato a Milano il 2 febbraio del 2023, si batte per riportare l'icona culturale del pugilato in società. Non si era mai vista prima d'ora un'alleanza fra scrittori, docenti, pugili e artisti all'angolo della storia della boxe.

 

Francesca Ferrandi sui Colpitori

Psicologa dello Sport

I Colpitori hanno trasformato la boxe in un trionfo straordinario del potenziale umano. Laddove una volta regnavano impulsività e violenza, ora si trasforma in un campo di sfida che richiede una disciplina mentale eccezionale. Attraverso l’allenamento e la competizione, la boxe ha scolpito una nuova via, in cui la forza mentale, la concentrazione e la gestione emotiva sono le armi principali. Ogni colpo ben piazzato è il risultato di un processo mentale tanto articolato quanto fisico e tecnico, in cui l’atleta deve decifrare rapidamente il proprio avversario, prendere decisioni tattiche istantanee e controllare le proprie reazioni viscerali.

In tal modo, la boxe e i Colpitori hanno dimostrato che la vera battaglia è intrinsecamente legata alla mente, e la sua evoluzione rappresenta un esempio sbalorditivo di come lo sforzo psicologico possa scolpire non solo campioni del ring, ma anche individui più forti e centrati nella vita di tutti i giorni.

 

Giovanni Tosco sui Colpitori

Tutto Sport

«Io mi ribello, dunque esisto», scriveva Alberto Camus. È una riflessione che dovrebbe rappresentare la stella polare di tutti noi. Non una ribellione fine a se stessa, ma il desiderio e la forza di opporsi al degrado sociale, culturale e umano che inquina i nostri tempi. Come si può accettare passivamente? Eppure, spesso accade. Troppo spesso. Per questa ragione ho accolto con entusiasmo e partecipazione la nascita di un movimento come “I Colpitori”, creato dalle menti vulcaniche di Federica Guglielmini e Dome Bulfaro, perché rappresenta la sintesi - complessa nella sua apparente semplicità - di ciò che ciascuno dovrebbe fare quotidianamente: scoprire, addestrare, tirare fuori il pugile che è dentro noi e che possiede la capacità innata di ribellarsi. “Difendiamo e colpiamo”: facciamolo, ogni giorno, in ogni momento, a qualunque età. Sì, io difendo e colpisco.

  

Ivan Malfatto sui Colpitori

Gazzetta dello Sport

“Non sta fàre a bòte”, non fare a botte. È il suggerimento dall’angolo dato da Silvano Modena e altri maestri della tradizione veneta. Racchiude in una frase il profondo significato della boxe e ora del manifesto dei “Colpitori”.

Il pugilato è scherma, strategia, regole, precisione, ordine nel portare i colpi, intelligenza, duello, difesa, scaltrezza, gioco di scacchi con i pugni e le gambe intrisi di orgoglio, sacrificio, resistenza, tenacia, dolore, superamento e allo stesso tempo consapevolezza dei propri limiti, ribellione alla sconfitta. Tutto tranne che fare a botte. In due parole è cultura e vita, come il Manifesto dei Colpitori.

 

Francesco Sala sui Colpitori

Scrittore 

Tommaso Labranca una volta ha detto che è un problema se in Italia gli intellettuali non fanno più manifesti. Eccolo qua,un manifesto: che non nasce in un salotto, ma in una palestra. Non so dove andrà, questo Manifesto dei Colpitori. Ma penso che sia una cosa che se ci fossero ancora Brera o Pinketts sarebbero stati d'accordo.

 

UNA STORIA

Ivan Malfatto per i Colpitori

Giornalista della Gazzetta dello Sport. Da “Il Gazzettino”, 5 gennaio 1998

Una bella scazzottata a volte vale quanto una predica. Ridimensiona l’uomo, lo rende più umile e disponibile a imboccare la retta via. Don Gianni  Tasinato l’ha sempre pensata così. Alle omelie dall’altare per oltre vent’anni ha alternato i consigli da bordo ring come direttore sportivo di una società di pugilato. Una commistione fra sacro e profano su cui non ha mai avuto tentennamenti. «A chi mi faceva osservazione - dice - rispondevo con la frase di San Paolo: ‘Il pugile sale sul ring non per picchiare il vento, ma il suo avversario e con i risultati educativi di questa esperienza’». Oggi, a 67 anni, Don Gianni è costretto a vedere i match da una carrozzella. L’hanno relegato lì una paralisi, il diabete e due amputazioni alle gambe. Quello che la malattia non gli ha portato via è la forza di volontà e la grande passione per la boxe. Anche perché a continuare l’opera di redenzione tramite il pugilato ci pensa ora il fratello più giovane Antonio, che ha trasferito la palestra da Ro, in provincia Ferrara, dove Don Gianni è ancora parroco, ad Arquà Petrarca (Padova), paese d’origine della famiglia Tasinato.

«Eravamo di origine poverissima - racconta Antonio - Non mi vergogno a dire che da piccoli vivevamo anche di carità. Mio fratello Gianni ha sempre avuto la vocazione religiosa ed è riuscito a coronarla, tra mille difficoltà, grazie al vescovo di Ferrara, che dopo la consacrazione l’ha mandato a Ro. Io nel frattempo ero pugile dilettante. Sono stato campione italiano militare nel ‘62 e seguendo i miei match Gianni ha scoperto la vocazione anche per la boxe. Dalla passione comune prese corpo un’idea: creare una palestra in canonica. Così i ragazzi più turbolenti dell’oratorio potevano placare con i guantoni la propria esuberanza. Era più o meno il ’68 e Don Gianni fece sul ring la sua rivoluzione giovanile, con Antonio all’angolo come insegnante.

«Abbiamo sempre visto il pugilato in chiave educativa - ricorda il parroco -. Sapeste quanti potenziali galeotti abbiamo recuperato facendoli diventare buoni padri di famiglia. E qualcuno prima di venire da noi in galera c’era già stato davvero. La Roese (così si chiamava la società) è davvero servita a portare sulla strada giusta tanta gente». Le riunioni venivano allestite sul sagrato della chiesa e c’era sempre il pienone. Qualche volta tra il pubblico si vedeva anche Vittorio Sgarbi, originario di qui e non ancora famoso. A livello agonistico sono venute grandi soddisfazioni con Daniele Zappaterra, olimpionico a Montreal, campione italiano dilettanti e professionisti tra i superwelter. Sono stati anni indimenticabili e ora il seme gettato da Don Gianni continua a dare frutti. La strada per il paradiso può passare anche attraverso le corde di un ring.

24 AT foto 3 Illustrazione donata da Mauro Cicare

Dal libro Io sono Arthur Cravan, illustrazione di Mauro Cicarè, 2023. Opera donata a I Colpitori