Poetry Therapy Italia

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Chiara Pent presenta Le parole per dirlo, manuale per psicologi e psicoterapeuti sull’utilizzo della poesia sia con i bambini sia con gli adulti. L’autrice si sofferma sul suo contributo cioè la sua ricerca ed esperienza con poesia e psicoanalisi. Il  libro, ideato con Luca Bonini, co-autore psicoterapeuta, si avvale dei contributi di Dome Bulfaro, Barbara Valli, Manuela Trinci e Francesca Berardi.

 

Le parole per dirlo è un’opera corale, risultato di una progettualità e di un lavoro di gruppo inevitabilmente condizionato dalle distanze geografiche e dalla pandemia COVID 19 e forse per questo ancora più pregevole.

I saggi Poesia e psicoterapia. Introduzione, storia, considerazioni teoriche e ambiti di applicazione di Francesca Berardi, Parole di Plinio dal vulcano in fiamme: la poesia in psicoanalisi come lava, narrazione e conversazione al confine del sogno di Luca Bonini, Il bambino poetico in Dina Vallino di Barbara Valli, Bambini, “giocattoli poetici” e “attrezzi dell’anima”: L’esperienza poetica nell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze di Manuela Trinci,  La Poesia in Tu minore, di Chiara Pent. Storia in versi di un’autoguarigione di Dome Bulfaro, dialogano tra loro e con i capitoli scritti da me, Poesia aiuto per la psicoanalisi ed esperienza di auto-terapia, Com’è nata poesia aiuto per la psicanalisi ed è diventata autoterapia, Poesia che interpella e “Coincidenze di ghiaccio” tra infanzia, poesia, psicoanalisi e adultità. Quest’ultimo presenta come caso esemplare di potenziale strumento di cura, Poesie di ghiaccio di Vivian Lamarque (acclamata vincitrice nel 2023 dei Premi Saba e Strega Poesia), poemetto che ha la leggerezza delle favole per bambini, la delicatezza della scrittura per ragazzi, l’essenzialità della poesia.

18 R cover internaHa contribuito all’armoniosità tra i capitoli scritti dai singoli autori in tempi diversi tra il 2020 e il 2023 e quindi all’organicità dell’opera, il necessario e prezioso lavoro di revisione e di editing svolto con le collaboratrici Giulia Scavini e Michela Rossi da Luca Bonini.

In sostanza, nell’insieme, grazie alla competenza, alla passione e alla generosità di tutti e tutte, Le parole per dirlo offre esperienze poetiche di alleanze terapeutiche, notevoli e diversissime tra loro, e nel farlo introduce il lettore alla poesia intesa come versatile strumento di lavoro, prezioso alleato in ospedale, nelle stanze di analisi, nelle supervisioni.

Emoziona, rivela, aiuta a vivere,
la poesia permette di pensare.

Le parole per dirlo viene pubblicato da Felici Editore Pisa  (www.felicieditore.com ) come secondo volume della Collana di medicina narrativa Petali. Ci tengo a evidenziarlo e a ringraziare l’editore Fabrizio Felici per questa scelta e per la fiducia. Il primo volume della Collana è come il nostro un progetto, nato dalla collaborazione di medici e psicoterapeuti dell’Azienda Ospedali Riuniti Marche Nord Fano-Pesaro con il collettivo di scrittori “Scriviperbene”. Intitolato Sei (un numero, un verbo) consiste in sessantasei racconti ispirati da parole importanti per altrettanti pazienti. Personalmente leggendoli mi sono commossa riconoscendo affinità e analogie tra progetti, sensibilità, percorsi e approdi.

Per Le parole per dirlo, manuale indirizzato a medici, psicologi, psichiatri e psicoterapeuti ed indirettamente ai loro pazienti, che nel titolo curiosamente richiama il romanzo autobiografico di Marie Cardinal (1928-2001) pubblicato in Francia nel 1975, ho cercato di dimostrare, illustrando il mio percorso, la duplice efficacia della poesiaterapia: potenzialmente autoterapia in determinate condizioni, sicuramente coadiuvante nelle psicoterapie - individuali e di gruppo, con bambini e con adulti e adolescenti, in presenza e a distanza – ed ho selezionato le poesie affinché fossero di ispirazione ai professionisti della salute mentale e di supporto a chi si trovi ad affrontare il proprio disagio relazionale e la propria sofferenza mentale.

Voglio farne qualcosa delle mie poesie,
lo penso come un diritto, lo sento come un dovere,
le mie poesie voglio facciano bene.

La poesia può accompagnare dottori e sofferenti: gli uni a fare bene, gli altri a stare meglio. “Questa poesia parla di me! Dice qualcosa che non ho mai detto, che non sapevo come dire ed adesso posso usare queste parole per dirlo, prima non potevo!”

Capitolo dopo capitolo ho cercato di mostrare che frasi simili possono essere dette da un paziente al terapeuta, in seguito al lavoro svolto insieme con poesia e psicoanalisi.

Ho portato i sogni-poesia come esempi dell’energia dell’inconscio e degli inconsci; ho voluto testimoniare come poesia sia libertà di parola, lingua madre, relazione e linguaggio (indispensabile in certi casi per riconoscersi un’identità); è silenzio (gli “a capo”, il bianco tra i versi, ecc.) ma è anche forza che rompe il silenzio. Per me poesia è fare e dare per poter in seguito parlare ed ascoltare, alla pari nella vita ordinaria, nel rispetto dei ruoli se si è dottore e paziente.

Tu un mio parlare e ascoltare lo davi per scontato,
tuo e mio lo pretendevi, ma la mia è stata
una vita di fare e di dare, diversa dalla tua
che è ascoltare e parlare, così tra noi è arrivata poesia.

Ulteriore riprova della bellezza e della validità dell’azione combinata di poesia e psicoanalisi ritengo sia la poesia con cui voglio concludere, scritta nel 1995 da una paziente della psicoanalista Dina Vallino, (per inciso dieci anni dopo avrei anch’io utilizzato la metafora della miniera in una poesia inserita in Le parole per dirlo), custodita e resa pubblica dall’ADV. Sono versi che confermano un’idea che ritroverete più volte tra le pagine di Le parole per dirlo:

“Poesia è Parola.

Poesia non di rado è Parola Necessaria”.

Sei entrata nella mia esistenza
nell’esile flusso della coscienza 
sollevando alta la tua lanterna leggera 
decisa a illuminare la notte del labirinto 
a scavare la faglia nella miniera.

(…)

In te ho ritrovato un bene che credevo perduto: 
la parola, unica, sola figlia dell’anima. 

(…)                                              T.C.                                   

 

Chiara Pent, Luca Bonini, Le parole per dirlo, Felici Editore, 2023

 

 


 

chiara pentChiara Pent, vive e lavora Torino, ha due figli meravigliosi ed un simpatico coniglio. Dopo la laurea in scienze politiche indirizzo internazionale, ha partecipato ad iniziative di aiuto umanitario durante le guerre nei Balcani: nei campi profughi, al seguito di convogli e nella città assediata. IZET SARAJLIĆ ha detto: “Non compete al poeta cercare la poesia, ma alla poesia cercare il proprio poeta e trovarlo” e Chiara, sospesa tra i due mondi, della poesia e della psicanalisi, sente vera questa considerazione del grande poeta sarajevese.
» La sua scheda personale.