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22 SANDRON Gioia

Il libro di Stefano Motta ci riporta al cuore persone, fatti e luoghi conosciuti, ma ci aiuta ad attraversarli con nuovi occhi e direi anche soprattutto con nuovi orecchi, che è l’ascolto, la sede di ogni Annunciazione e Rivelazione.

“Vi son momenti in cui l'animo, particolarmente de' giovani, è disposto in maniera che ogni poco d'istanza basta a ottenerne ogni cosa che abbia un'apparenza di bene e di sacrifizio: come un fiore appena sbocciato, s'abbandona mollemente sul suo fragile stelo, pronto a concedere le sue fragranze alla prim'aria che gli aliti punto d'intorno. Questi momenti, che si dovrebbero dagli altri ammirare con timido rispetto, son quelli appunto che l'astuzia interessata spia attentamente, e coglie di volo, per legare una volontà che non si guarda”. (I promessi sposi, cap. X)

Colgo come un prezioso e raro fiore queste parole di Alessandro Manzoni, per parlare del libro da poco edito (giugno 2024) dalla casa editrice Ancora: Il dolore delle donne. La violenza di genere nella letteratura, l'educazione affettiva nella scuola, scritto da Stefano Motta, insegnante e critico letterario (www.stefanomotta.net)

Sono parole d’una profondità oggi poco frequentata, luogo silenzioso ma non silente che permette l'affiorare dell'inseparabilità delle cose e, paradossalmente, la loro indicibilità, se accolte solo con la ragione, ma che ti trafiggono come coltello se apri la porta dell'accoglienza del cuore che non ha genere ma solo integrale umanità.

Francesca, Caterina, Geltrude, La Signora di Renal. Sybil, Nora, Angela e ancora una schiera di altri nomi femminili, che hanno avuto l’onore e l’onere di farsi portatrici di dolore, per avere aderito alle feroci obbedienze richieste da un maschile ancora troppo acerbo per farsi carico del vero sentimento amoroso.

È ora di imparare e mettere in vita l'incitamento di Carl Gustav Jung: “in ogni specie i più intelligenti sanno quando bisogna disobbedire” e anche quello di Rilke: “l’amore consiste in due solitudini che si toccano, ognuno a guardia della solitudine dell'altro”.

22 cover interna MottaLe donne raccontate sono “corpi pulsanti” e non “angelicate creature”, guardate e così narrate per lo più da maschi, con tutto quello che questo comporta. Stereotipi che dobbiamo iniziare a smascherare e sciogliere, iniziando da bambini, e vedere la vita nella sua complessità, dove bene e male sono vivi e cooperanti. A noi la responsabilità di trasformare la polarità distruttiva in creativa.

Certamente le colpe non sono mai solo da una parte; vittima e carnefice sono due facce della stessa medaglia, assumersi la responsabilità della nostra nascita è la via per iniziare quel cammino individuativo e conoscitivo che ci può portare fuori dalla selva oscura, grazie al bene che vi trovammo dentro.

L'autore ci aiuta a far vivere tra i banchi della scuola: influencer che si chiamano Omero, Manzoni, Morante, Woolf e ci mostra, attraverso altri svariati autori, i tranelli che noi, donne e uomini, reciprocamente tendiamo e in cui incoscientemente cadiamo: da Ariosto a Flaubert, da Gadda a Dante, da Shakespeare a Stendhal, ma anche Fellini, Ligabue, Merini, Busi, Maraini, tanti modi di rileggere la storia delle donne ma, a mio avviso naturalmente, il libro ha la facoltà di farci fare un bel passo avanti nel regno della Conoscenza, inseparabile dall'Amore.

Come scrive Raimon Panikkar: “la vera saggezza nasce quando l'amore della conoscenza e la conoscenza dell'amore si fondono”.

Il libro ci permette di vedere le molte facce delle cose della Vita, di non cadere nel monismo e nel pietismo, ci permette di assumerci l'onore e l'onere della nostra dignità, l'illuminazione di una grazia inseparabile dal coraggio del fare.

Rileggiamo le parole di questi autori, ascoltiamo le loro antiche e nuove voci, guardiamo “i molti visi dello stesso volto” (come suggerisce Siddhartha di Hermann Hesse) e facciamo tutto questo sotto la luce di quello che oggi siamo chiamati a creare: una nuova Innocenza, una più umana realtà.

 

Il dolore delle donne. La violenza di genere nella letteratura, l'educazione affettiva nella scuola, di Stefano Motta, Àncora edizioni, 2024

 

 


 

azzurra d agostinoPatrizia Gioia, designer e poetessa, cofondatrice di Mille Gru (2006), è responsabile del settore arte e cultura di Fondazione Arbor, che ha avuto come primo presidente Raimon Panikkar. Opera per diffondere il dialogo inter/intra culturale e religioso, organizzando giornate di lavoro e incontro con studiosi di fama mondiale. Membro di ARPA ( Associazione per la Ricerca in Psicologia Analitica ) scrive libri di poesia e articoli per riviste e giornali web, rivitalizzando il pensiero mistico simbolico al crocevia tra oriente e occidente. Nel 2000 fonda SpazioStudio13 a Milano, luogo di incontro e confronto.
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