Questa rivista nasce il 1° febbraio, giorno di Brigid, dea celtica del fuoco, inteso come ispirazione, focolare e guarigione. Nasce congiuntamente nello stesso giorno in cui inauguriamo a Monza PoesiaPresente LAB, la Scuola di poesia che sarà la sede di Mille Gru, il gruppo di ricerca che dà vita a questa rivista e che curerà in questa sede corsi, laboratori, incontri di poesia terapia, scrittura poetica e poesia performativa.
La rivista «Poetry Therapy Italia» e la scuola PoesiaPresente LAB nascono simbolicamente insieme perché unite dalla stessa mission e dalle stesse motivazioni: aiutare a esprimere e a coltivare fino a piena fioritura, in armonia, la parte più delicata e potente dell’uomo e del mondo che lo ospita, quella poetica.
Siamo consapevoli che il numero di persone che versa in stato di malessere, o che lo attraversa nelle sue infinite forme e gamme di dolore, negli ultimi anni è aumentato in maniera esponenziale. Ne abbiamo chiara percezione perché lo misuriamo in presa diretta, giorno per giorno, dove abitiamo, dove lavoriamo, con chi condividiamo la nostra vita. E l’aumento di questo malessere diffuso mostra quanto siamo impreparati ad affrontarlo e trasformarlo. Ci stiamo scoprendo indifesi e disarmati.
Sappiamo che la poesia nella cultura di molti popoli antichi era considerata una potente arma di difesa e cura catartica individuale e collettiva. Sappiamo che la poesia ha in sé un potere terapeutico e taumaturgico che può aiutare chi è in difficoltà nel superare il proprio stato di malessere e dolore. Ci sono numerose figure professionali che si occupano di salute mentale, emotiva, fisica e spirituale, che potrebbero disporre con maggiore consapevolezza delle potenzialità immunogene proprie della poesia. Gli stessi poeti, che spesso “ricompongono il proprio equilibrio” scrivendo o dicendo poesia, sono chiamati in questa fase depressiva a fare di più per sé e per gli altri.
È tempo che il volto terapeutico intrinseco nella poesia torni a essere mostrato e impiegato in tutta la sua potenzialità e bellezza.
La nascita della rivista «Poetry Therapy Italia», unitamente a quella della Scuola PoesiaPresente LAB, vuole essere una risposta concreta a questa sommersa richiesta d’aiuto. Rappresenta per il nostro gruppo di ricerca una svolta, da quando nel 2009 abbiamo avviato la prima pratica di poetry therapy all’ospedale “Alessandro Manzoni” di Lecco, ma, soprattutto, siamo convinti che segni una svolta nel percorso di divulgazione e riconoscimento istituzionale anche in Italia, al pari delle altre arti terapie, delle teorie e delle pratiche di poetry therapy.
Questo editoriale individua in sintesi le tappe salienti e la road map per raggiungere appieno questo obiettivo. A cominciare dal fatto che questo numero zero esce non a caso subito dopo l’ultimo sforzo editoriale della nostra casa editrice: la traduzione italiana del libro Poetry Therapy. Teoria e pratica (Mille Gru, Monza, novembre 2019), manuale del pioniere Nicholas Mazza, testo di riferimento a livello mondiale in questo ambito di ricerca, che, ricordiamo, comprende al suo interno pratiche di biblioterapia interattiva, di diario terapia, di narrazione terapeutica, di cinematerapia, nonché di poesia performativa.
In poesia, quando due o più parole entrano fra loro in risonanza, attivano o acquisiscono significati ulteriori a quelli che le singole parole possiedono. Questa rivista è nata per fare da cassa di risonanza e creare rete di risonanza di operatori, utenti, strutture ospitanti pratiche di poetry therapy. Quei pochi che fino a oggi hanno divulgato e praticato la poetry therapy in Italia, non dovranno più sentirsi mosche bianche che operano in totale solitudine. Né dovranno più sentirsi figure professionali a cui si dà poca credibilità, nonostante i risultati, in termini di guarigione e autoguarigione, siano eloquenti e abbiano un storia – per quanto recente in Italia – ormai pienamente accreditata negli Stati Uniti.
Le prime esperienze su suolo italico di poesia terapia si collocano negli anni Novanta, ma le fonti sono poche e difficili da reperire. Occorre costruire una memoria delle esperienze fin qui svolte. Occorre compiere in Italia un salto di maturità, comprendendo che l’età adolescenziale di queste pratiche è concluso ed è tempo che anche la poetry therapy, come le altre arti terapeutiche, costruisca la propria casa.
Questo patrimonio culturale è un grave ammanco che va quanto prima recuperato e saldato e che il gruppo di Mille Gru, anche attraverso questa rivista, vuole riportare alla luce. Col numero zero abbiamo voluto individuare figure ed esperienze significative attive di oggi, perché abbiamo pensato che il primo passo da compiere fosse quello di attivare una loro messa in rete, ma nei prossimi numeri procederemo nella ricostruzione e valorizzazione anche di quelle importanti pratiche che, seppur esaurite, non vanno in alcun modo disperse.
Il numero zero della rivista, nell’ottica di costruire una letteratura sull’argomento, non poteva che partire ponendo quale primo focus l’approfondimento di Cos’è la poetry therapy. Abbiamo chiesto a due ricercatori italiani, Luca Buonaguidi e Leonora Cupane, che hanno sviluppato una tesi di laurea sull’argomento, di proporre degli estratti che disegnassero alcuni dei principali confini specifici di questa materia e teorie di riferimento. Completa la sezione introduttiva un’intervista a Nicholas Mazza, pioniere della poetry therapy, a cura Nicole Bizzotto, che costituisce la prima di tante finestre internazionali che la rivista vuole aprire.
Nella sezione successiva, Esperienze Teorie, sono raggruppati articoli che raccontano percorsi specifici, individuali o con gruppo, avvenuti di recente o ancora in essere, condotti per aiutare altri o sé stessi. È in questa sezione che il grosso della messa in rete prende forma e che, individuando volti e luoghi, disegna e scopre una prima sotterranea carta geografica di pratiche esistenti, a oggi sconosciuta agli stessi operatori, che svela focolai di poesia terapia in tutta Italia, dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige. Ne cito solo alcuni inclusi in questo numero zero: la casa famiglia Su Foghile di Samugheo, delle comunità ad alta intensità terapeutica di Busachi e Santa Giusta e del Centro per l’Autonomia di Oristano, in Sardegna (Azzurra D’Agostino e Francesca Matteoni), l’ASL di Bari e Ospedale “San Lorenzo” di Colle Val D’Elsa (Silvana Kuhtz), il policlinico di Sant’Orsola di Bologna (Valerio Grutt, Isabella Leardini), il laboratorio La poesia che cura a Roma (Laura Cingolani), la Prosa e poesia kintsugi a Monza e alla Scuola Primaria di Robbiate (Dome Bulfaro, Mille Gru).
La costruzione di un’antologia ragionata di poesie e canzoni italiane e straniere a uso terapeutico, testate sul campo, a uso degli operatori, rappresenta uno degli obiettivi di questa rivista. Questo ruolo viene sviluppato nella terza sezione della rivista, Poesie Canzoni Recensioni, a cura di Anna Castellari e Giacomo Nucci, in cui si indicano e antologizzano strumenti per fare poetry therapy. La quarta e ultima sezione, Arti Terapie, accoglie invece ricerche o esperienze di guarigione o autoguarigione di arti e scienze affini, utile per operare confronti e intrecciare saperi relativi alla cura di individui, famiglie, coppie, gruppi.
In questi anni pioneristici, in cui le esperienze si sono sviluppate a macchia di leopardo, in modo perlopiù isolato, ognuno di noi ha dovuto il più delle volte fare i conti con la totale chiusura o quantomeno lo scetticismo degli enti ospedalieri o i luoghi di cura in cui abbiamo proposto inutilmente pratiche di poetry therapy. Laddove siamo riusciti a far partire e sviluppare iniziative, è stato solo grazie all’incontro di luminari attenti alle medical humanities e alla disponibilità, spesso data a titolo gratuito, di terapeuti e facilitatori della poesia applicata che hanno potuto dimostrare quanti profondi benefici possa apportare l’uso della poesia in un percorso di cura.
Tuttavia la predisposizione, la buona volontà, la parziale preparazione degli operatori non bastano. Serve che gli operatori acquisiscano una comune formazione teorica e pratica di base, altamente professionalizzante, riconosciuta a livello nazionale e internazionale. E servono delle competenze specifiche delle singole professioni, che vanno a contribuire alla salute psicofisica degli utenti, le quali vanno rispettate senza inutili e dannose invasioni di campo. Serve arrivare a fondare una realtà equivalente italiana della IFBPT: The International Federation for Biblio/Poetry Therapy.
In quest’ottica il gruppo Mille Gru con PoesiaPresente LAB, quale Casa della poetry therapy in Italia, e con la rivista «Poetry Therapy Italia», getta le fondamenta per la formazione di un’Associazione Nazionale di Poesia Terapia, equivalente italiana della NAPT (The National Association for Poetry Therapy), che possa offrire un vigore corale a tutti coloro che, con le proprie professionalità, possono arricchire e contribuire allo sviluppo della preparazione di ognuno.
La road map culturale e sociale fin qui delineata per divulgare e sviluppare la poesia terapia in Italia apre delle sfide complesse che non possono essere vinte da singoli individui ma da un movimento corale di persone profondamente motivate. Eppure queste sfide, anche se affrontate in gruppo e uniti, impaurisce. Ci sentiamo tutti tremendamente incompetenti. E non abbiamo torto. I nostri corpi gettano più ombre che luci. Ma è proprio quando l’ombra manifesta il suo aspetto più inquieto che la poesia apre un varco di aiuto che attenua i contrasti e smussa gli spigoli, come accade nell’Elogio dell’ombra di Jorge Luis Borges: (...) / Questa penombra è lenta e non fa male; / scorre per un mite pendio / e somiglia all’eterno. / Gli amici miei non hanno volto, / le donne son quello che furono in anni lontani, / i cantoni sono gli stessi e altri, / non hanno lettere i fogli dei libri. / Dovrebbe impaurirmi tutto questo / e invece è una dolcezza, un ritornare. / Delle generazioni di testi che ha la terra / non ne avrò letti che alcuni, / quelli che leggo ancora nel ricordo, / che rileggo e trasformo. / (...)
Dome Bulfaro (1971), poeta, esperto di poesiaterapia, si dedica alla poesia (di cui sente un servitore) ogni giorno dell’anno. È tra i più attivi e decisivi nel divulgare e promuovere la poesia performativa; ed è il principale divulgatore in Italia della poetry therapy/poesiaterapia. Dal 2021 è docente di Poesiaterapia e Lettura espressiva poetica presso l’Università degli Studi di Verona, nel pionieristico Master in Biblioterapia. Nel 2013 ha ideato e fondato con C. Sinicco e M. Ponte la LIPS - Lega Italiana Poetry slam. Nel 2023, ha ideato e fondato con M. Dalla Valle. P. M. Manzalini e I. Monge la BIPO - Associazione Italiana Biblioterapia e Poesiaterapia, prima associazione di categoria. Ha fondato e dirige Poetry therapy Italia (2020), rivista di riferimento della Poesiaterapia italiana. Ha fondato e dirige (con Simona Cesana) PoesiaPresente – Scuola di Poesia (2020) performativa, scrittura poetica e poesiaterapia. www.domebulfaro.com
(Foto Dino Ignani)
» La sua scheda personale.