Poetry Therapy Italia

03 Teorie Haberland

Cos’è la Tecnologia della tenerezza, nata dall’incontro tra Tania Haberland e Fabrizio Dalle Piane, pratica che unisce il corpo e l’immaginazione, che trasforma la voce, il tatto, il movimento, il respiro e il suono in atti simbolici di gentilezza verso noi stessi, gli altri e l’ambiente in cui viviamo.

 

An introduction to The Technology of Tenderness Project, its philosophy, how it began and the various ways in which it is expressed. This introductory article serves as a launch for a series of articles exploring various case studies in which poetry and bodywork, meditation and movement have been used as soft technologies to help create tenderness in the fields of well-being and art.

 

tania

 

L’introduzione al progetto “Tecnologia della tenerezza”, la sua filosofia, la sua nascita e i numerosi modi nei quali può esprimersi. Questo rappresenta il primo di una serie di articoli che permetteranno di esplorare differenti casi studio, nei quali la poesia, il lavoro sul corpo, la meditazione e il movimento sono stati usati come tecniche dolci, con l’intento di creare tenerezza nel campo del benessere e dell’arte.

Tenerezza e gentilezza non sono segni di debolezza e disperazione, ma manifestazioni di forza e risolutezza (Kahlil Gibran)

La nostra dimora umana, questo mondo e le sue creature sono a rischio violenza e aggressione, intorpidimento e sconnessione. Dobbiamo salvare la tenerezza! :
Questo è un vero SOS per richiamare cuori, menti e corpi delle persone attraverso la gioia e l’immaginazione. Creare, e ancor di più, creare insieme è una vera gioia, fondamentale e anche un diritto e una responsabilità.

Se il mondo di oggi è un campo minato, noi vogliamo diffondere campi consapevoli di trasformazione e potenziale proprio grazie alla tecnologia della tenerezza. Vogliamo offrire tenerezza e creatività come antidoti e vaccini contro l’isolamento, l’indifferenza, la commercializzazione imperante e la violenza. Inspirare amore!
Certo, potrebbe sembrare un rimasuglio un po’ sciocco di un modo di vivere hippy ma in realtà ce n’è proprio bisogno in questo mondo in cui tutto viene commercializzato in modo caotico e dove regnano aggressioni e violenza: l’Arte e la Tenerezza sono medicine omo-empatiche e preventive e strumenti di connessione tra persone e luoghi.

Le statistiche mostrano che la violenza e la sconnessione continuano ad aumentare. Non c’è la necessità di entrare nei dettagli né di parlare di cifre. Invece di concentrarsi sui problemi e sulle crisi, abbiamo bisogno di offrire alternative e usare le nostre energie per soluzioni positive, facendoci domande e sognando nuove possibilità. Come ha detto Ghandi: “Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo”. O per dirla con Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. Einstein ha detto invece: “I nostri problemi non possono essere risolti con lo stesso stato di coscienza di quando li creiamo”. John Lennon cantava “Immagina”. Più recentemente Jean Wycliff rappava: “Se non condividi, la gente non s’interessa”.

E non siamo soli! C’è un movimento creativo interessato alla salute che si sta diffondendo in tutto il mondo. È stato sempre presente ma nel mondo dell’informazione può muoversi con maggior velocità e raggiungere luoghi più lontani. Dai tempi dei tempi gli esseri umani hanno messo in atto pratiche artistiche per esprimersi, curare, ispirare e trasformare, dai cacciatori raccoglitori Khoi San alle scuole di arte terapia della nostra società moderna, dai disegni dei bambini ai graffiti di Banksy.

Siate teneri con voi stessi, con gli altri e con il mondo intorno e poi esprimetelo e condividetelo …

Okay, sembra tutto bello e motivante. Ma che significa e cosa implica?

Il progetto Tecnologia della Tenerezza unisce il linguaggio artistico e metaforico con la scienza del benessere (lavoro sul corpo). Con la parola tecnologia facciamo riferimento a conoscenza e pratica come opposti agli strumenti elettronici. Usiamo il corpo e l’immaginazione (ImagiMovimento) per creare tenerezza: la voce, il tatto, il movimento, il respiro e il suono diventano atti simbolici di gentilezza verso noi stessi, gli altri e l’ambiente in cui viviamo.

Il progetto è sia:

  • un fornitore di servizi e strumento educativo:
    condivide competenze creative, tenerezza e pratiche con clienti privati e pubblici, in particolare cittadini e gruppi che hanno bisogno di TLC o servizi educativi/pratici;
  • un progetto artistico pubblico:
    portare tenerezza nelle città, parchi, luoghi aperti e spazi pubblici feriti da violenza, luoghi commerciali o luoghi abbandonati nell’indifferenza…

Il progetto Tecnologia della Tenerezza nasce da Tania Haberland e Fabrizio Dalle Piane. Siamo studenti della tenerezza, impariamo sempre molto riguardo all’amore, la bellezza, la pace e la gioia attraverso il nostro lavoro, l’arte, la vita, le relazioni… e gli errori! Viviamo tra Milano e Genova, insegniamo in giro per l’Europa, lavorando come freelance nel campo del benessere, dell’educazione e dell’arte. E ora vi racconto in breve la nascita di questo progetto.

Che succede se una poetessa-insegnante-counselor di origini mauriziane-tedesche-sudafricane incontra un praticante italiano di arti marziali e lavoro sul corpo? Tutto questo accade nel 2010 in riva al mare, in Sardegna. Succede che s’innamorano e stravolgono le loro vite dentro e fuori, cercando di capire insieme cosa sia quella pazza cosa chiamata amore (ed è tutto un work in progress!). Mettono insieme le loro passioni: le arti marziali e il lavoro sul corpo, s’imbattono nella poesia e il lavoro sulla voce. Le pratiche legate al movimento si fondono con le diverse tecniche di meditazione. Iniziano a vivere, creare e lavorare insieme. Emergono tante idee e altrettanti progetti. Alcuni più fattibili di altri.

È così che abbiamo iniziato! Dopo alcuni anni di vita insieme, di creazione e coabitazione, attraverso la sperimentazione di pratiche e conoscenze, imparando costantemente l’uno dall’altro e scoprendo quanto i nostri strumenti si completino, ci siamo resi conto di quanto il linguaggio e il corpo siano spesso considerati mondi completamente separati. Ci siamo sentiti frustrati dalle etichette date all’arte e al benessere, percepiti così lontani. Abbiamo capito che a causa della commercializzazione e il predominio dei marchi commerciali, il lavoro sul corpo non poteva essere percepito come un’arte, non lo poteva diventare. Tutto quel concentrarsi sul controllo e su sequenze specifiche non gli concedeva quella stessa presenza artistica che invece la poesia si era guadagnata nel tempo. A noi interessava creare un’arte del benessere.

Allo stesso tempo io (Tania) ho iniziato a mettere insieme tutti i pezzi delle esperienze violente che avevo subito e di cui ero stata testimone nella mia vita, sia da un punto di vista personale sia professionale. Avevo infatti lavorato come consulente per donne vittime di abuso a Johannesburg; io stessa sono stata abusata due volte da giovane e più recentemente uscivo da un divorzio segnato da abuso e violenza. Mentre curavo le mie ferite, grazie alla meditazione e alla terapia, così come al lavoro Tantsu che stavo imparando da Fabrizio (che richiamava proprio quella cura ‘parla e tocca’ che mia nonna mi aveva donato da bambina) e il potere curativo di una relazione d’amore, ho capito anche come sia sistematico il problema della violenza nel nostro mondo. Invece di combatterlo volevo gestirlo da un punto di vista trasformativo – è così che mi è arrivata la parola Tenerezza, nel cuore e nella mente.

Ho condiviso con Fabrizio questa visione e anche il desiderio di cambiare il mio lavoro di poetessa, performer, insegnante e bodyworker in modo che tutte le mie pratiche fossero guidate da questo principio della Tenerezza. A Fabrizio quest’idea risuonava molto, proprio perché stava lavorando da vent’anni con le pratiche Watsu & Tantsu, aiutando le persone con l’abbraccio dal proprio centro del cuore al loro centro del cuore (pratiche che insegnava e su cui ha scritto due libri: Tantsu a Yoga of the HeartWatsu Basic and Explorer Paths. In ogni caso riteneva che quell’abbraccio nelle pratiche di bodywork potesse essere limitante dato che lui lavorava con una persona alla volta. Lui si sentiva attratto dal mio lavoro di performer e grazie a una bustina di tè a forma di mandala che abbiamo scovato a una fiera, abbiamo immaginato che la “tenerezza" potesse essere infusa al pubblico come testimone partecipativo, attraverso gesti semplici e simbolici, usando parole e voce come tecnologie della tenerezza.

Grazie al lavoro con i bambini e con gli adolescenti, io e Fabrizio abbiamo notato che sempre più si stava creando un allontanamento tra realtà, ambiente e relazioni, probabilmente proprio a causa delle tecnologie e di tutti i nostri dispositivi elettronici. Siamo andati a cercare l’etimologia della parola tecnologia e abbiamo visto che originariamente aveva molto più a che vedere con la conoscenza e con ciò che creiamo con il nostro corpo, e non tanto con i dispositivi elettronici, computer e smartphone.

Così è nato il termine “Tecnologia della Tenerezza”, che è partito come collage vivente per il pubblico, trasformati in bagni di tenerezza e meditazione per gruppi ed è anche diventata una sessione di cura 2 a 1 oppure 2 a 2 che unisce il linguaggio poetico, il tocco e l’abbraccio del Tantsu che ora insegniamo anche nei corsi di Oceanic Tantsu.

 

 

Abbiamo usato questa contaminazione di “tecnologie” con un ampio numero di clienti, partendo da studenti inglesi, diligenti e con blocchi di appunti, passando da pazienti con il cancro sottoposti a chemioterapia, pazienti che soffrivano di insonnia o dolore cronico fino ad arrivare a coppie con problemi di intimità. A causa del nostro approccio sistemico e del profondo amore per la natura, è divenuto anche un principio che portiamo avanti in varie pratiche come il Tree Chi, per poter vivere pienamente non solo il rapporto con noi stessi e gli altri ma anche con l’ambiente che ci circonda. In questi ultimi anni il progetto di Tecnologia della Tenerezza (come concetto guida) ha aiutato a portare coerenza al nostro modo particolare di vivere e lavorare.

Per i prossimi numeri della rivista scriverò una serie di articoli in modo da condividere alcuni aspetti del progetto Tecnologia della Tenerezza per dare a voi lettori un’idea di alcuni case study: da sessioni individuali a training di gruppo, dalle performance alle pratiche di meditazione. Spero che condividendo queste informazioni e i successi e i fallimenti di alcuni nostri esperimenti, sarò in grado di essere d’ispirazione per altri, per chi vuole lavorare nel campo delle pratiche mente-corpo, in quella zona in cui arte e benessere possono davvero trovare terreno comune e creare insieme un mondo un po’ più tenero.

 


 

TaniaHaberland 2017Foto Dome BulfaroTania Haberland è una poetessa interculturale, qualificata in Life Orientation, Integrative Counseling e Tantsu Bodywork. È nata in Sudafrica da madre mauriziana e padre tedesco. E’ cresciuta, vissuta, si è formata e lavorato in tutto il pianeta dall'Arabia all'Europa, dal Regno Unito agli Stati Uniti. Ora vive tra Mauritius e Italia con il suo partner Fabrizio Dalle Piane, con il quale sviluppa il progetto La tecnologia della tenerezza e insegna Zenglish, quando non nuota con la sua musa, il mare. La sua prima raccolta poetica, Hyphen, ha vinto il Premio Ingrid Jonker nel 2010. Il suo primo libro bilingue Water Flame / Fiamma d'acqua è stato pubblicato dalle edizioni Mille Gru nel 2019. Tania ha trovato il suo motto di vita su una borsa ecologica a San Francisco: “Merda succede. Prepara il compost!” Puoi seguire il suo lavoro e le sue attività su Instagram @thetechnologyoftenderness

» La sua scheda personale.