Progetto di scrittura poetica nato all’interno del Master in Studi Interculturali dell’Università degli Studi di Padova, nell’anno 2014, in collaborazione con il Centro Donna di Mestre, un servizio del Comune di Venezia attivo dal 1980, istituzione che ha come scopo primario quello di elaborare politiche “al femminile”, nel tentativo di coinvolgere sul territorio parti di cittadinanza particolarmente “deboli”, spesso isolate o dimenticate.
Il laboratorio, ideato e sperimentato da Verusca Costenaro, appassionata di scrittura poetica e insegnante di italiano lingua straniera, ha coinvolto 6 donne migranti di varie provenienze geografiche, con un livello tra l’A2 e il B2 di conoscenza della lingua italiana, e ha portato alla creazione di 77 haiku in forma libera, che hanno poi trovato spazio in una pubblicazione all’interno della rivista online di letteratura della migrazione El Ghibli.
Il progetto pilota è stato realizzato nel settembre 2014 in una sala messa a disposizione all’interno del Centro Donna di Mestre, attraverso una serie di sei incontri di due ore e mezza l’uno, nell’arco di due settimane, per una durata totale di 15 ore. Tra gli obiettivi didattico-educativi generali, il progetto si proponeva di riflettere sugli usi e i contesti d’uso della lingua italiana; sul passaggio dall’uso dell’italiano per la semplice comunicazione all’uso dello stesso per la creazione artistico-espressiva, lingua non solo per “fare” ma anche per “creare” in maniera libera e originale; sulla possibilità di “appropriarsi” della lingua italiana “altra” tramite l’uso personale offerto dalla poesia, permettendo una sorta di “ri-posizionamento” simbolico all’interno della lingua/cultura ospitante, passando da semplice apprendente/utente, a fruitore e creatore originale. Per quanto riguarda gli obiettivi specifici, il laboratorio si prefiggeva di far scrivere alle partecipanti brevi componimenti poetici in lingua italiana L2 (lingua seconda) in forma di Haiku liberi, e, nel mentre, migliorare le abilità di letto-scrittura, lessico, morfosintassi, ortografia, nonché l’abilità di riflessione sulla lingua.
A livello metodologico, l’ideatrice del laboratorio ha scelto di utilizzare una modalità multi-sensoriale in grado di offrire alle corsiste, in aggiunta al canale verbale, ulteriori stimoli sensoriali (la vista, il tatto, l’udito, l’olfatto, il gusto). Si è pensato che l’impiego dei cinque sensi potesse favorire un coinvolgimento “totale”, “olistico”, dunque potenzialmente pregnante e stimolante, e facilitare di conseguenza il processo di scrittura poetica in una lingua non materna.
In modo da monitorare lo svolgimento del progetto-pilota, la conduttrice del laboratorio ha effettuato alcune audio-registrazioni durante alcuni incontri, ha tenuto un diario di bordo per l’intera durata del progetto, e ha somministrato un questionario finale per raccogliere le percezioni e i commenti delle partecipanti.
Per quanto concerne l’obiettivo specifico di scrittura di brevi componimenti poetici, si è deciso di sperimentare la scrittura di haiku, forma poetica giapponese consistente in tre soli versi, con strutture sillabiche solitamente ben definite, anche se durante il laboratorio è stata incoraggiata la scrittura di haiku in versi liberi, in modo da mettere le corsiste a proprio agio in un contesto di creazione di poesie in lingua non materna. È stata scelta la forma dell’haiku, oltre che per la sua brevità (che però si è vista non sempre equivalere a una facilità di scrittura e resa), per il suo carattere culturale specifico, in modo da inserire un elemento culturale “nuovo” e “neutro” (non erano presenti corsiste di origine giapponese), non associato alla cultura di arrivo (quella italiana) all’interno di un contesto già di per sé multi e interculturale.
Ogni singolo incontro è stato dedicato a un singolo senso: vista; udito; gusto; olfatto; tatto. L’insegnante ha sfruttato di volta in volta supporti come fotografie da vedere (per esempio di Franco Fontana), suoni da ascoltare (i suoni della natura; i suoni dentro casa…), tipi di frutta da gustare (banane, lamponi, fichi d’India…), materiali da tastare (legno, maglioni di lana, pezzi di stoffa…), odori da annusare (spezie varie, bagnoschiuma, acetone…). Ogni esperienza sensoriale mirava di volta in volta a sollecitare sensazioni, emozioni, immagini, parole utili per creare i componimenti poetici. Alle corsiste veniva data la possibilità di cominciare a scrivere i loro haiku in aula, da sole e in silenzio, oppure di dedicarcisi a casa o nei momenti liberi. Durante la fase di ispirazione e creazione poetica, le corsiste venivano anche incoraggiate a collegare le emozioni/sensazioni/immagini suscitate dalle esperienze sensoriali alle loro esperienze di vita, passate e/o presenti, in modo da rendere l’atto di creazione poetica più denso di significato per ognuna di loro.
Il sesto e ultimo incontro è stato dedicato a una restituzione corale degli Haiku e a un momento di confronto finale. Inoltre, per lasciare un “segno tangibile” del loro passaggio, le corsiste hanno scelto un paio di loro haiku e coi pennarelli li hanno scritti su dei cartelloni giganti, che sono stati poi appesi alle pareti dell’aula.
Alcuni haiku
Arrivo all’età di quaranta. Nuovi valori.
Spoglio l’anima. Sbroglio misteri.
Ricomincia la vita.
Lasciare per andare
cambiare per un sogno
e sperare e camminare.
Era autunno, pioveva con le foglie asciutte
Sotto l’ombrello,
solo io e i ricordi.
Parrucchiere, preparare, smalto, acetone, stress.
Non ci posso credere, non voglio credere.
Lasciamo stare, la vita è andare, mi voglio sposare.
Le foglie per terra. I fogli bianchi.
Testimoni del vuoto e della pienezza. Innocenti.
Siamo solo i passanti.
Mi lavo i capelli.
E il profumo dello shampoo,
sostituirà il profumo del tuo cuscino.
Verusca Costenaro, veneta di origine, vive e lavora a Firenze. Ha pubblicato la raccolta La misura che non si colma (LunaNera, 2013), la plaquette Senza il sogno e con la pazienza (Le Murate, 2017) e Sofia ha gli occhi (Interno Poesia, 2018). Come traduttrice ha curato la raccolta Canto Mediterraneo di Nathalie Handal (Ronzani, 2018). Scrive sulla rivista online El Ghibli e nel suo blog di informazione culturale, Biocaffeina, che raccoglie biografie, riflessioni e rubriche, da leggere nel tempo di un caffè. (Foto di Francesco Spagnuolo)
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