Poetry Therapy Italia

casiraghy 28

Un’esperienza performativa sperimentata dall’autrice che dà vita alla figura del “ritrattista poetico”.
L’azione del pennello è sostituita da quella del pennino, ma lo sguardo del ritrattista è sempre rivolto all’osservazione attenta dell’altro, per incontrarlo nell’atto della scrittura di una poesia che lo rappresenta.

 

È seguendo la frontiera, procedendo lungo la superficie,
che si passa dai corpi all’incorporeo.
Gilles Deleuze

Il più profondo è la pelle.
Paul Valéry

 

Il ritrattista poetico è assorto davanti al cavalletto: una superficie bianca attende il tratto della penna. Il tempo circoscritto di una ballad jazz, eseguita a cappella su percussione di spazzole, si trasforma – nell’atto di uno sguardo volto al sedersi di un ospite – in poesia.

arte di pennaDal pennello. Gli antichi pittori, per ritrarre nel rispetto delle proporzioni, ricorrevano a una griglia composta di linee orizzontali e verticali, un reticolo di quadrati entro il quale inserire il volto in posa. Essa calibrava l’occhio, la mira del pennello, dato all’apprendista di bottega, stabiliva una relazione con uno sfondo. Nei primi ritratti di Da Vinci fu nero e in seguito paesaggistico, una natura organizzata nella mescolanza ottica della velatura, a rendere la trasparenza di una vegetazione misteriosa, l’alchimia dei semi fatti fiori, l’apparizione, tra anfratti o poggi, della luce e dell’acqua, miracoli del mondo vegetale. Sempre una lente il ritratto, atto che vede oltre la pelle, scruta ciò che Leonardo nel Trattato sulla pittura, definiva "moti dell’animo". Aggiungo, correnti carsiche d’emozioni, radici di sentimenti.

Dal pennino.

Un cavalletto da pittore ospita il foglio bianco di chi scrive poesia, s’inventa così il ritrattista poetico. Ho vissuto questa esperienza performativa in vari spazi. L’idea è nata in occasione di Meraviglia. Festival itinerante del Racconto e dell’Incanto edizione 2019, organizzato in un paese dell’Etna da MilleNature. In seguito è stata riproposta in alcune librerie siciliane nel periodo precedente la pandemia.
Questi incontri hanno condotto a trasformare l’azione d’osservare il viso di un uomo, di una donna, di un bambino, in una riflessione sul senso del donare la poesia nel modo più estemporaneo, a penetrare una distanza imposta da un necessario punto di vista, per cogliere dell’altro e in pochi minuti, tratti emotivi o suggestioni sensibili a fissarsi nel ritmo dei versi.

assortaÈ stato basilare, per seguire l’istintività del proposito, accompagnare l’azione del ritrattista poetico a una voce jazz, nuda, a cappella, sorretta da una base percussiva eseguita con le spazzole sopra il rullante, da pulsazioni strisciate d’energia emozionale. Il connubio si è dimostrato perfetto. L’analogia è figura che nutre ogni processo di creazione: la voce jazz canta e improvvisa come la penna stilografica scivola cedendo inchiostro vocalico e consonantico alla pagina. Un ritratto di poesia si fissa nel tempo di una ballad, segue l’atto teatrale di un gesto visivo, uditivo, tattile, circoscritto da musica e parole, una brevità che guida la composizione poetica in un perimetro di note e silenzio. In quanto teatrale, inoltre, il comporre del ritrattista poetico gode di un pubblico che guarda, stabilisce un turno e attende d’essere coinvolto nell’esperienza.

La sedia per l’ospite.

Nel sedersi per essere osservato l’ospite alterna timidezza, vanità, curiosità. La proposta è insolita ma egli accetta di buon grado di stabilire un patto con il poeta. Dichiara il proprio nome e rimane fermo nonostante si precisi che non è necessario. Occorre solo attesa.

All’uomo sensibile e immaginoso che viva, come io sono vissuto gran tempo, sentendo di continuo ed immaginando, il mondo e gli oggetti sono in certo modo doppi.

Lo annota Giacomo Leopardi ne Lo Zibaldone a proposito della "doppia visione". Ciò vuol dire riuscire a vedere in virtù di un indefinito posto oltre il veduto, ad allertare i cinque sensi dei quali la poesia s’alimenta, ubbidendo alla volontà desiderante di passare dall’indicibile al dicibile. Nessuna siepe tra me e chi guardo ma la musica, ineffabile nella sostanza del proprio linguaggio quanto un raggio che filtra da una finestra socchiusa o la velatura stesa su una tela. Lo scat della voce jazz imita suoni e sillabe sulle quali cercare immagini che mostrino in filigrana il particolare di un abito abitato da un corpo, le mani, il colore dei capelli, la bocca in sorriso, lo sguardo assorto. L’ascolto smuove l’interiorità, traduce i segni della pelle. Poi l’azione del pennino avvia la sintesi, si comprime in un codice accentuativo ed espressivo, il tempo emotivo sospende il soggetto del ritratto poetico quanto chi scrive i versi. La musica circoscrive una bolla, racchiude ossigeno empatico.

Oralità magica di ritorno.

Il poeta compone di getto, senza indugiare, ricopia la scrittura dividendo i versi, organizzando le pause dello spazio strofico. Alcune poesie si concludono con distici che ben si addicono alle cadenze finali del canto. Quelle ispirate dai bambini, disegnano già la regolarità di quartine o sconfinano in filastrocche.

ritratti di poesiaChi siede si prepara ad ascoltare, a condividere un nuovo momento in cui i tratti fissati sulla carta rimbalzano in uno specchio sollecito a mostrare, di lì a poco a chi posa, i connotati di sensazioni impensate. Il poeta è quasi un cartomante, il foglio appena scritto un vaticinio estetico.

Il dono del ritratto viene letto, ritorna parola orale e in quanto tale si riappropria di un antico potere magico. La voce che dice svela una bellezza segreta, appaga, sorprende, gratifica. L’ospite scopre la poesia in pura emozione, risponde con un grazie.

Ritratti.

Graziella

Se gli occhi dicono il silenzio
ascolta queste note
possono farti corona
muovere sulle ciglia
minuti ventagli di musica.

 

Corinne

Ragazza in camicetta fiorita
porti la fanciullezza tra i libri
stretti in abbraccio
attenti a custodire i battiti del cuore
mentre il pensiero ti vola tra le ciocche
carezza sulle spalle di un sogno.

 

Antonella

Ascolta... il mare è lontano
ma il respiro dell’onda
sussurra poche note
bianche conchiglie
chicchi nella sera d’autunno.

L’azzurro passa scalzo sulla via
il marciapiede è un porto
il tuo pensiero una vela.

 

Sebastiano 

Avrai un pensiero da qualche parte
nascosto tra i bottoni della camicia
mollica di pane in questa sera di settembre.

Un pensiero segreto
in attesa di piume d’ali.

 

Grazia

Il suo nome è Grazia
nella posa del sorriso
nella carezza data alle mani.

Sulla stoffa estiva parole
da sgranare in un canto
o forse in una preghiera data al buon sonno.

 

Fortunata

Dammi un sorriso che porti fortuna
la dolcezza dona dolcezza
e non conosce parole.
Sa di prati, di stelle
che nascono dai campi
di latte e di miele
di gentilezza in morbido pane.

 

Mia

Cerca una stellina mia bambina
una piccola luce magica
per salire sulle montagne
trovare un’isola oltre il mare.

Guarda dove riposano le api
e le farfalle ballerine:
vedrai la tua stella luccicare
in una perla d’argento.

 

Ginevra

Dondola Ginevra
su un papavero sottile
bagna i suoi piedini
in un ruscello gentile.

Aspetta la fata dei lillà
per volicchiare qua e là
un puntino da coccinella
da suonare in campanella.

 

Simona

La donna sorride
accarezza il piccolo cane.
Le dita sono pettini di cura
l’affetto un pugno di ciclamini
una passeggiata nel sussurro dei grilli.

 

Antonio

Un cappello diventerà un camino
se un pensiero allegro
passerà insieme al volo di una rondine.

Una giacca aprirà braccia d’ali
e una gardenia saluterà la notte d’eleganza.

 

Santina

Merletto di pazienza
sul tavolo della festa
bianco e rotondo
come luna piena e nuova.

I tuoi biscotti croccanti
bisbigliano baci d’affetto antico.

 

 


 

azzurra d agostino

Lina Maria Ugolini (Catania, 1963) è scrittrice e musicologa. Ha pubblicato numerosi libri tra romanzi, manuali, poesia e saggi di carattere creativo. Ha collaborato con il Teatro Massimo Bellini, la Camerata Polifonica Siciliana, il Piccolo Teatro di Catania e della Città, Compagnia GoDoT di Ragusa. Ha insegnato all’Istituto Vincenzo Bellini di Catania e al Conservatorio “Umberto Giordano” di Foggia. Attualmente è docente titolare di Poesia per musica e Drammaturgia al Conservatorio “Antonio Vivaldi” di Alessandria. Ha curato vari progetti di scrittura, creativi, didattici e di divulgazione musicale per le scuole, format per radio e televisione.


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