Sabato 24 ottobre 2020 si è tenuta, presso il Poesiapresente Lab a Monza – e in parte in collegamento streaming – la seconda delle tre conferenze del progetto “Anticorpi poetici”, che ha preso l’avvio durante i primi mesi della pandemia ed è stato in seguito sviluppato con il contributo della Fondazione della Comunità di Monza e Brianza onlus, progetto che ha proposto, sia in presenza, all’interno di scuole e biblioteche, sia online, conferenze e workshop sul tema della poesiaterapia di supporto e prevenzione alle fragilità e al disagio conseguenti all’esperienza della pandemia.
Il tema della conferenza “Metafore delle malattie” prende spunto dalle ricerche che hanno portato alla stesura della mia tesi di laurea magistrale sull’utilizzo delle metafore visive nell’ambito della comunicazione della salute, ma anche dalla partecipazione a numerose conferenze internazionali durante le quali ho potuto esplorare quanto le metafore siano pervasive nel nostro linguaggio e in grado di influenzare il modo in cui agiamo e pensiamo.
Per i linguisti George Lakoff e Mark Johnson, autori del libro Metafora e vita quotidiana, le metafore sono strumenti fondamentali per il nostro funzionamento cognitivo ed è impossibile, infatti, pensare senza far ricorso a meccanismo metaforici.
Nell’ambito del linguaggio legato alla salute, il lavoro di Susan Sontag pubblicato nel libro del 1978 Malattia come metafora è una pietra miliare che per la prima volta ha analizzato l’utilizzo delle figure retoriche per parlare di cancro, AIDS o di tubercolosi.
Il tema della conferenza è comunque di grande attualità: le metafore sono state impiegate molto spesso dai media durante la recente pandemia (il Covid come virus da combattere, gli infermieri e i medici come eroi etc.) e diversi studi scientifici ne hanno analizzato i risvolti psicologici e sociali.
I due relatori coinvolti, sono stati scelti appositamente poiché provenienti da ambiti disciplinari diversi, in modo da dare spazio a una riflessione sulle malattie non solo fisiche, ma anche mentali: la filosofa Guenda Bernegger e lo psicologo e psicoterapeuta Gabriele Marciano.
Laureata in filosofia, psicologia e storia all'Università di Losanna, con una tesi sull'identità narrativa dal titolo "Il racconto che siamo", Guenda Bernegger ha conseguito un master di II livello in medical humanities e uno in teatro sociale e di comunità. Si interessa in particolare al dialogo tra le scienze umane, le arti e le discipline medico-sanitarie nonché alla medicina narrativa. Attualmente, insegna etica clinica ai futuri professionisti della salute presso la scuola universitaria professionale della Svizzera italiana, dove svolge anche ricerca in ambito sanitario; è, inoltre, capo redattrice della rivista per le medical humanities, edita dall'ente ospedaliero cantonale in Ticino.
Gabriele Marciano, psicologo e psicoterapeuta, lavora presso un servizio territoriale dell’ATS, dove dal 1994 ha iniziato a condurre gruppi di poetizzazione con adolescenti. Dal 2002 è docente del corso di poesiaterapia, al master triennale di arte-terapia dell’AEPCIS a Roma. Ha messo a punto un modello di poetizzazione terapeutica di gruppo, che ha presentato al 2nd World Congress of Arts Therapies a Budapest nel 2011. Ha scritto numerosi articoli e saggi su psicologia clinica, estetica, poesia e arteterapia e, nel 2019, ha pubblicato il libro “Sguardo, forma, verità”, una lettura interdisciplinare del rapporto tra forma e contenuto. Poeta e musicista, ha al suo attivo tre raccolte di poesie e un CD come autore dei testi e musiche. Organizza, insieme al musicoterapeuta Roberto Calabrese, eventi di musica e poesia con un format chiamato Enopoiesi.
Durante la conferenza, sono stati evidenziati importanza e limiti del linguaggio metaforico in diversi contesti di cura e sono emersi diversi spunti di riflessione su come poter ampliare l’utilizzo delle cosiddette “metafore vive” (Paul Ricoeur), metafore in grado di arricchire e alleviare l’esperienza umana della malattia.
L’intervento di Guenda Bernegger, dopo un’introduzione sulla disciplina delle medical humanities e della medicina narrativa, si è focalizzato sulle metafore delle malattie di natura bellica, proseguendo con una interessante distinzione tra “metafore morte” e “metafore vive”.
A tal proposito la dottoressa Bernegger ha portato l’esempio di uno studio, sempre nell’ambito delle medical humanities, condotto dal collettivo francese Ding Ding Dong, sulla malattia di Huntington, che ha analizzato l’utilizzo dell’immagine della "schiuma" per rappresentare la fragilità conseguente al morbo.
Link utili per approfindimento:
Rivista per le Medical Humanities http://rivista-rmh.ch/
Collettivo Ding Ding Dong https://dingdingdong.org/english/dingdingdongs-project/
Gabriele Marciano ha invece esplorato, con un excursus storico, l’uso delle metafore a partire da Aristotele e il pensiero concretistico tipico dei pazienti schizofrenici, la dialettica tra metafora e reificazione. Dialettica che emerge anche nella sua metodologia di arteterapia di gruppo denominata il “prisma poetico”.
Per i presenti, il dottor Marciano ha condotto, successivamente alla conferenza, un laboratorio dal titolo “Reificazione esplorativa”: un'esperienza di condensazione metaforica della propria postura esistenziale, seguita dall'esplorazione del campo immaginativo prodotto nella prima fase.
Per gli interessati sono disponibili su questa rivista gli approfondimenti relativi alle altre due conferenze realizzate nell'ambito del progetto "Anticorpi poetici": Poesiaterapia e perdita e Le nuove normalità.
Nicole Bizzotto, dottoranda di ricerca all’Istituto di Comunicazione Sanitaria dell’Università della Svizzera italiana di Lugano. Ha l'obiettivo di creare un ponte tra la scienza e la poesia. Ha conseguito un M.Sc. in Cognitive Psychology in Health Communication (doppia-laurea tra l’Università della Svizzera italiana a Lugano e l’Università Vita-Salute San Raffaele a Milano) con il massimo dei voti e lode con una ricerca sperimentale sulle metafore visive. Precedentemente si è laureata in Psicologia Cognitiva all'Università di Trento con il massimo dei voti e lode. Collabora con Mille Gru come scientific advisor e responsabile della comunicazione con l’Estero per le pratiche di poetry therapy.
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