Poetry Therapy Italia

casiraghy 23

Un’avventura per mare, in cui i marinai donano generosamente dal loro cuore onde di vita in parole poetiche. Un’esperienza intensa nei centri psichiatrici con l’anima a fior di labbra. Un dono familiare che scalda le stanze fredde di casa e del corpo.

Pascoli nel 1891 pubblicava Myricae e nella poesia “Mare” descrive un ponte d'argento apparso sulla superficie dell'acqua. A questa visione si ispira il titolo della raccolta, curata dalla D'Agostino e dalla Matteoni, che racconta un unicum poetico nato dall'associazionismo culturale di Perda Sonadora (Seneghe, OR) insieme al lavoro terapeutico-riabilitativo della Cooperativa Sociale Comunicazioni Territorio Relazioni nell'ambito della salute mentale.

Come spiega la stessa D'Agostino, c'è stupore e soddisfazione nel tenere in mano questo libretto, che si pone come una scelta dagli esiti diversi: è un documento di un laboratorio svolto in centri psichiatrici; è una dedica a chi il lavoro lo ha svolto; è un esempio per realtà simili sul territorio italiano che volessero intraprendere un cammino simile; ma forse è soprattutto un manifesto poetico del fare, che poi è la stessa cosa, visto che la radice etimologica del verbo greco da cui deriva poesia, significa “fare”. Questo fare è un modo per praticare l'onestà, l'amicizia, la compassione. Attraverso lo strumento della poesia.

4 un ponte gettato sul mare CopertinaI risultati poetici sono talora sorprendenti, pensando al fatto che gli autori sono del tutto neofiti. Né del resto il libretto ha velleità commerciali. Le due autrici del laboratorio volevano un'esperienza senza ansie da prestazione e così è stato. C'è purezza di bambini, c'è limpidezza di sentimenti. E ciò impone un confronto col nostro modo di comunicare nei canali abituali dove lavoriamo e viviamo. D'altra parte si sente nei testi la fiducia che queste parole scritte possano riuscire a dire bene quello che è celato e riposa nell'animo di ciascuno. Non è scontato che il linguaggio venga investito di tale credito e venga esplorato perché sia capace di senso.
È affascinante che si apra una possibilità dove i più non vedono altro che una strada senza uscita, visto che la malattia psichica suscita spesso distanza ed esclusione.
È una scommessa, questa, che fa prudere le mani, fa tamburellare le dita sul tavolo e non fa stare fermi ad un tavolo. Non solo. Fa anche piangere.
Non capita spesso di piangere per un libro, ancora meno per un verso poetico. Ma su “Manca il mio papà” (dalla poesia In paradiso) ho ceduto e sono scoppiato in un pianto liberatorio e caldo, non perché soffrissi una perdita, ma perché ho sentito con più intensità la forza del legame di sangue e la sua indomabile delicatezza. Niente di più e niente di meno. Puro affetto.

Questo libretto è un tesoro commovente e pionieristico. Commovente nel senso etimologico più vero: muove insieme il pianto di chi scrive e di chi legge, ma anche la risata, la nostalgia, la determinazione, la cura. Ha il dono di un pudore enorme, pur toccando le ferite di tutti coloro che vi hanno messo mano. Ed io che ne sono “solo” lettore, ne sono stato travolto. Un primo grazie lo dico per questo: il suo potere terapeutico.

La scansione del libretto segue i passaggi poetici scelti nel laboratorio: concentrarsi su un ambito preciso e comporre, magari stimolati anche da immagini disegnate. Così abbiamo 11 sezioni: L’animale, Autoritratto, Dalla finestra, Il mare, Il Paradiso, Poiché ero l'albero più occidentale del giardino (incipit da cui comporre liberamente), Ricordo d'infanzia, Poesie in sardo, Sogni e felicità, Lo sport e Stagioni.
E un’appendice di poesie nate in libertà, fuori dallo schema definito.

Un secondo grazie lo dico per la generosità dei testi, che mi ha fatto immaginare gli autori come una classe allegra e matura, desiderosa di fare molto bene una cosa nuova. Come il chiarore degli occhi di un bambino.

È molto importante per la poesiaterapia in Italia che ci siano esperienze come questa. Il lavoro è stato condotto con serietà e grande umanità. Forse si potevano scegliere poesie di partenza (per ogni sezione) legate non solo alla Romagna e al suo dialetto, ma è una sottigliezza.
Siamo grati alla D'Agostino e alla Matteoni per aver portato alla luce un seme così florido e bello nel campo della poesia. Che sempre più ha bisogno di uguaglianza e condivisione.

Un ponte gettato sul mare. Un'esperienza di poesia nei centri psichiatrici, a cura di Azzurra D'Agostino e Francesca Matteoni, Perda Sonadora Imprentas, 2016

 


 

giacomo nucciGiacomo Nucci insegna lettere alla scuola secondaria di 1° grado dopo la laurea in Lettere Classiche in Statale di Milano. Dal 2009 fa teatro e dal 2013 teatro-poesia, sotto la guida di Dome Bulfaro. Ha pubblicato una raccolta di poesie, Sabbie e sorgenti, nel 2013 con Steber Edizioni. Dal 2017 è membro del gruppo editoriale e di ricerca Millegru, con cui ha pubblicato Così va molto meglio. Nuove pratiche di Poetry Therapy e con cui pratica poesia ad alta voce, laboratori per bimbi, massaggio poetico con donne incinte e con adulti.
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