La Poesia Salva L'Anima è un progetto nato dall'idea che bisognerebbe prendersi cura di sé non solamente quando ci si ammala, e che le cose belle e inaspettate fanno stare bene. Così, ispirandosi ad uno dei principi della street art, quello delle installazioni collocate in luoghi non convenzionali, è nata l'idea di distribuire gratuitamente “medicinali poetici ed omeopatici”.
Come accade a tanti e tante che vi sono stati sottoposti, per malattie del corpo o dell’anima, non amo particolarmente la parola terapia: mi evoca il dolore per cui è necessaria la cura.
Non vorrei risultare semplicistica, con queste affermazioni, né proporre un pensiero esclusivamente personale: cerco di sintetizzare in maniera non poco approssimativa millenni di ricerca e riflessione (medica, religiosa, filosofica) intorno all’essere umano visto nella sua totalità. Siamo corpo, mente, cuore, si potrebbe dire citando uno dei fondamenti del buddismo. Il dualismo, la scissione corpo/anima crea molto spesso la malattia, ed è la medicalizzazione dei sintomi senza la ricerca delle origini che rende difficile il percorso di guarigione.
La Poesia Salva L’Anima nasce perciò da un’idea ben precisa: le persone felici non si ammalano, quando l’anima è in pace, anche il corpo è in armonia.
Perciò, ispirato anche dal principio su cui si basa la medicina omeopatica (similia similibus curantur[1]) il progetto La Poesia Salva L’Anima ha preso avvio da una domanda: perché, invece di cercare il rimedio per contrastare una malattia, la cura giusta, non provare ad arrivare prima?
Se consideriamo che le persone felici hanno un sistema immunitario più efficace, che non si ammalano mai, o veramente poco e mai gravemente… perché non partire da questo punto di vista, e non da quello della malattia da guarire?
Insomma le idee intorno a cui è nato, nel concreto, il progetto La Poesia Salva L’Anima sono sostanzialmente due:
– assumendo quotidianamente (e anche più e più volte al giorno) una dose di bellezza si potrebbe correre il rischio di essere felici, di stare bene, di non ammalarsi;
– la poesia ha in sé la musicalità del verso, l’intensità delle parole, la ricerca della profondità, il bisogno di condivisione, tocca gli abissi e raggiunge l’universo. È bellezza leggera, affascinante, dolorosa, malinconica, allegra, roboante, misteriosa, gentile… è qualcosa di cui non si dovrebbe mai fare a meno.
Auto-medicarsi per non ammalarsi...
I farmaci da automedicazione non necessitano di prescrizione medica e si comprano un po' ovunque, persino al supermercato. Vengono definiti “farmaci senza obbligo di ricetta” e sottintendono l’idea che basti eliminare, senza un consulto specialistico, certi fastidiosi sintomi per guarire da tanti, tantissimi malanni…
L’idea del logo “LPSLA” è partita proprio da lì, riprende esattamente quello che si trova sulle scatolette di quei medicinali per appropriarsene, però, in modo differente: “mando giù” una bella poesia non per guarire ma per stare bene.
Anche il manifesto “ricalca” alcune delle indicazioni riportate sui bugiardini classici…
E a proposito di bugiardini... quando LPSA ha cominciato la sua attività altro non era che un foglietto amorevolmente curato e “abbandonato” sui muri o alle alle fermate dell’autobus. Era il lontano 2006 e conteneva, oltre al logo colorato manualmente, un testo di un/a poeta italiano/a contemporaneo. Ovviamente erano state scelte solo ed esclusivamente belle poesie[2]!
Per strada...
Nel 2007, l’occasione di partecipare ad uno Street Festival e una discussione con alcuni amici sul fatto che possano o meno esistere luoghi/contesti non adatti alla poesia hanno dato la spinta per delineare con più decisione l’azione de LPSA. Ispirandosi ad alcuni dei principi della street art[3], quello delle installazioni artistiche collocate in luoghi non convenzionali, privilegiando l’utilizzo di materiali di riciclo, è nata l'idea dei distributori di “medicinali poetici”.
Raccogliendo i contenitori e le scatole di carta lasciati sulla strada per la raccolta dei rifiuti, in particolare proprio dalle farmacie, e con un po’ di manodopera (tempera bianca, forbici e colla) ne sono state progettate e realizzate due diverse tipologie: quella pocket, da “abbandonare” un po’ ovunque (nelle stazioni di autobus e treni, al mercato, al bar, al cinema, nelle piazze…) e quella più grande che è stata collocata in occasione di eventi artistici per strada (festival o simili) o nelle biblioteche.
Anche in questo caso venivano distribuiti(ovviamente gratuitamente) dei bugiardini che contenevano differenti proposte di testi poetici di autori/trici italiani/e contemporanei/ee.
A scuola…
Cosa si può fare per sfruttare la manodopera entusiasta di giovani braccia (menti e cuori) da liberare e sottrarre alla noia della “didattica tradizionale”? Inventarsi una nuova formula…
È così che LPSA è approdata a scuola, nella secondaria di primo grado. Ed è così che è passata dai bugiardini alle scatolette, dai versi di poeti e poete conosciuti e conosciute a quelle di studenti e studentesse che hanno dedicato la loro passione e il loro entusiasmo alla poesia.
Quando è cominciata la ricerca di scatole vuote dei medicinali è stato sorprendente scoprire come, molto facilmente, se ne potessero raccogliere moltissime, e in poco tempo!
Altrettanto sorprendente è stato scoprire con quanta facilità e felicità i ragazzi e le ragazze volessero dedicarsi al progetto. Hanno pazientemente colorato, ritagliato, dipinto, incollato per giorni, e avrebbero continuato per settimane. Contemporaneamente al duro lavoro artigianale hanno creato le loro poesie e le hanno scritte a mano sui bugiardini, che hanno poi accuratamente ripiegato e inscatolato.
Per dare un’idea di cosa possa succedere quando ci si fa guidare dall’energia degli studenti e delle studentesse, ecco qualche numero: la prima volta a scuola, nel 2010, coinvolgendo due classi, sono state preparate 200 scatolette; nel 2017, con l’aiuto di sei classi, le scatolette poetiche sono state circa 750!
In questo formato, LPSA ha una distribuzione più capillare, mirata, e le scatolette vengono lasciate un po’ ovunque: per strada, nei supermercati, nelle sale d’aspetto, nelle buche delle lettere, in farmacia, a casa di qualcuno... Insomma, in qualunque luogo la giovane mente brillante di un pre-adolescente possa trovare ideale per regalare un po’ di poesia.
Una particolare edizione de LPSLA a scuola ha visto la partecipazione dell’associazione Mille Gru, che, con il supporto della Fondazione Arbor, nel 2011 ha proposto un nuovo esperimento, un’edizione “di lusso”: scatolette prodotte su misura, in tipografia.
LPSLA editato da Mille Gru è stato presentato al Teatro Binario 7 di Monza all’interno della stagione poetica PoesiaPresente 2012.
Non si sa mai quando...
Il progetto LPSLA non ha scadenze, non va a male e... non si sa precisamente quando entra in azione. Dipende tutto da una serie di fattori e variabili che poco hanno a che fare con la programmazione e la certezza e si basano piuttosto sull’occasione, sull’ispirazione del momento.
Per questo, nei 14 anni di attività, è stata dinamica, silente, dormiente, sveglissima e poi chissà.
In questo momento la fase più operativa, quella nelle strade, è in pausa. Però sulla pagina facebook vengono settimanalmente regalate delle belle poesie.
Non si sa precisamente chi…
Come ha insegnato la street art delle origini non è importante il nome di chi agisce, ma quello che mette in atto. Per questo il progetto LPSLA non ruota attorno ai nomi di chi lo propone ma attorno a quello dei poeti e delle poete con le loro poesie.
Inoltre è una proposta aperta a collaborazioni con chiunque lo desideri. Negli anni singole persone e alcune biblioteche hanno messo in atto delle azioni in totale autonomia da chi ha dato avvio al progetto.
La poesia salva davvero l’anima?
Si potrebbe dire che innanzi tutto bisognerebbe definire cosa sia l’anima e/o sapere di averla, prima ancora di volerla salvare…
Si potrebbe entrare in un’infinita disputa filosofico/mistico/teologico e perdersi…
Oppure, ed è questa la strada che percorre da anni il progetto de LPSLA, si può semplicemente scegliere di lasciarsi toccare inaspettatamente dalla bellezza, dall’intensità, dall’emozione. Anche ragionevolmente e razionalmente, al di là di qualsiasi dualismo o divisione di sorta.
E perché questo progetto abbia preferito proprio la poesia per cimentarsi in un’impresa simile non è complicato da spiegare: perché la poesia è nel quotidiano esistere, sempre. A volte la si riconosce, a volte serve una piccola spinta per andarle incontro.
Quanto alla salvezza, ognuno sceglie la propria… ;)
Per vedere e sapere qualcosa in più...
La Poesia Salva L’Anima ha un blog in cui sono raccontate tutte le imprese sino al 2017, una pagina facebook ufficiale dal 2018, una raccolta foto su flickr, e una pagina facebook relativa ad un progetto in una scuola.
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[1] “I simili si curino coi simili”. L'omeopatia prevede che al malato venga somministrato “ciò che gli manca”.
[2] Pare impossibile, stando alle molteplici e continue riflessioni in merito, definire precisamente quando come e perché una poesia sia bella. La scelta operata all'interno del progetto LPSLA è stata guidata dal sentire, dal gusto e dalla competenza dei partecipanti. Un criterio del tutto opinabile, insomma...
[3]Uno dei principi basilari della Street Art, il movimento artistico nato negli anni ’90 come naturale evoluzione/derivazione della Graffiti Art (messa “in strada” di Haring e Basquiat) è stato da sempre quello della riappropriazione degli spazi del contesto urbano. Gli eventi artistici alternativi e complementari ai graffiti si sono sviluppati in differenti modalità: stencils, manifesti, stickers, installazioni… Spesso la street art si propone con modalità/messaggi critici nei confronti della norma gli artisti e le artiste, solitamente antonimi/e espongono e rendono pubbliche le loro opere in luoghi assolutamente non convenzionali. La Street Art, arte di strada, appunto.
Silvia Monti, nata e cresciuta in Valtellina, vive tra Morbegno e Monza.
Poetessa e insegnante, dedica particolare attenzione alla libera e non convenzionale circolazione della poesia.
Ha pubblicato alcune plaquettes, i volumi più primavera che paranoia (2006), così uguale (2008), come a casa (2019).
» La sua scheda personale.