In questa intervista Victoria Field, referente per la poetry therapy nel Regno Unito, ci racconta il suo incontro con questa pratica, la sua formazione, lo sviluppo della poetry therapy nel suo Paese e le sue esperienze professionali con la poesiaterapia in tutto il mondo.
Potresti raccontarci di quando hai deciso di iniziare una carriera come poetry therapist?
Circa vent’anni fa ho partecipato a un seminario tenuto da John Fox a Londra. Avevo già lavorato in ambito psicologico e letterario, in particolare come direttrice di un’innovativa associazione benefica britannica chiamata Survivors Poetry, ma non avevo mai sentito parlare di "poetry therapy". Il seminario è stato una rivelazione.
Si svolgeva in due giornate e dato che in quel periodo ero sotto antidolorifici, a causa di un infortunio alla gamba, durante la seconda giornata mi sono sentita talmente assonnata da dovermi assentare per andare a riposare; sono quindi caduta in un sonno profondo e quando mi sono risvegliata ho avuto un’illuminazione: “Voglio diventare una poetry therapist!”.
Ho chiesto consiglio a John, il quale mi ha suggerito di partecipare alla conferenza annuale della National Association for Poetry Therapy negli Stati Uniti, così sono andata a Washington DC nel 2001, dove ho incontrato numerosi professionisti che lavoravano in modi diversi con diverse comunità e che mi hanno molto ispirato. Durante un pranzo ho incontrato casualmente la Professoressa Geri Chavis, che frequenta abitualmente il Regno Unito, e che mi ha incoraggiato a credere che sarebbe stato possibile formarsi a distanza – e così è stato!
Come una dei più illustri esperti di Poetry Therapy nel Regno Unito, potresti per favore raccontarci, in breve, la storia della poesiaterapia in questo paese?
La risposta a questa domanda dipende dalla definizione più o meno canonica di “poetry therapy”. Persone provenienti da diverse professioni hanno usato la poesia come strumento per migliorare l’esperienza umana sin da quando Chaucer descrisse i suoi pellegrini diretti a Canterbury. In tempi recenti, la poesia è stata utilizzata per la guarigione da scrittori, bibliotecari, medici, terapisti, insegnanti, consulenti, psichiatri e da molte altre figure professionali.
La formalizzazione dell’uso della letteratura, e della scrittura creativa, risale probabilmente alla fondazione di Lapidus circa venticinque anni fa, e grazie a un Master in Scrittura creativa per lo sviluppo personale tenuto all'Università del Sussex sotto la guida della dottoressa Celia Hunt.
Lapidus ha riunito gli attori principali interessati a questo tipo di approccio ed è diventata l’organizzazione che, nel Regno Unito, è più vicina a un’organizzazione professionale. Organizza conferenze, altri eventi e ha anche una newsletter. Tuttavia, non stabilisce standard professionali o una qualifica. Vedi www.lapidus.org.uk
Nell'ambito di una definizione più stretta di "Biblio-Poetry Therapy", ad esempio quella codificata dalla Federazione Internazionale per la Biblio-Poetry Therapy, nello stesso periodo in cui io ho iniziato la formazione con Geri Chavis, Jill Teague e Niall Hickey si stavano formando con Lila Weisberger. Jill è del Galles del Nord, Niall è irlandese e all’epoca io vivevo in Cornovaglia, quindi questo era un fenomeno sentito soprattutto dal mondo "celtico". Tutti e tre siamo siamo stati impegnati a formare nuovi poetry therapist, quindi la pratica si stava diffondendo.
Secondo te, quali sono le cinque principali qualità che un terapeuta della poesia dovrebbe avere?
Aver vissuto l’esperienza del potenziale di cura della lettura e della scrittura – e anche i limiti di questa pratica. Questo è il motivo per cui insisto affinché i miei alunni seguano un corso online di otto settimane (Introduzione alla scrittura terapeutica e riflessiva) prima che si iscrivano alla formazione. Il corso richiede loro di attingere al proprio materiale personale, di riflettere sul processo per farlo e di impegnarsi con la teoria e la scrittura degli altri.
Intelligenza emotiva, consapevolezza di sé e intuizione. Ci sono molti processi inconsci nel lavoro nelle professioni di aiuto e una mancanza di intuizione e maturità può essere dannosa sia per il professionista, sia per i suoi utenti.
Apertura mentale e curiosità. Uno dei piaceri di questo lavoro è che è infinitamente vario, è ancora una nuova disciplina e c'è sempre tanto da imparare.
Gentilezza. Questa è una posizione etica e una qualità personale. La capacità di contenere efficacemente uno spazio, con le sue gioie, i suoi dolori e i suoi travagli umani, e poi di lasciarlo andare.
Cosa suggerisci a qualcuno che vuole iniziare una carriera come terapeuta della poesia? È più importante avere un background clinico o artistico?
Consiglierei di seguire il corso online che ho menzionato sopra (a volte le persone, dopo averlo frequentato, si rendono conto che, per quanto amino scrivere e vogliano aiutare gli altri, questa non è una carriera adatta a loro). Leggere molta poesia e letteratura in genere, proveniente da culture diverse, per sviluppare una consapevolezza di ciò che la letteratura può fare alla psiche. Partecipare al maggior numero di seminari possibile per osservare altri professionisti in azione.
Le persone arrivano a questo lavoro da mondi diversi, quindi non esiste una soluzione unica. L'importante è sapere quali siano le proprie abilità e conoscenze e cosa occorra sviluppare di più. Questo è un lavoro dove formazione, appartenenza professionale e supervisione possono aiutare.
Per me, la poesia e la scrittura sono i meccanismi di guarigione che applico al lavoro con un gruppo, e il mio compito è quello di consentire ai partecipanti di sentirsi abbastanza sicuri da impegnarsi e anche abbastanza autonomi, da sapere fino a che punto vogliono andare. È importante sapere qualcosa sulla psicologia e sulle discipline umanistiche, ed è molto preziosa una formazione supervisionata da professionisti.
Perché pensi che la poesiaterapia non sia diffusa tanto quanto l’arteterapia o la musicoterapia?
Nel bene e nel male, nel Regno Unito, non è stata “riconosciuta” come pratica e non appare, ad esempio, nell’elenco delle Allied Health Professions. Ho il sospetto che la pratica sia in realtà più diffusa dell’arte o della musicoterapia, ma poiché si verifica con così tanti nomi diversi e ombrelli professionali, non viene identificata come “poetry therapy”.
Usando una metafora, potresti descrivere cosa significa per te la terapia poetica?
Soffro di un brutto caso di “metaforite”, quindi ce ne sono molte che mi vengono in mente! Eccone alcune:
È una luce che brilla in un angolo buio.
È una città cosmopolita con una cultura del caffè all’aria aperta, dove persone di tutto il mondo conversano in molte lingue.
È una chiave che apre improvvisamente una serratura chiusa da anni.
È un prato inglese in estate, vivo di fiori e insetti.
È un percorso.
È una casa complicata con stanze e corridoi, porte e finestre, viste sorprendenti e mobili per tutti i gusti.
È una connessione.
Hai ricevuto un Pioneer Award e un International Fellows Award da NAPT. Come hai collaborato con NAPT (National Association for Poetry Therapy, USA)?
Come ho già detto, il mio ingresso è avvenuto attraverso un americano, John Fox, ed è stata la conferenza NAPT a Washington DC a farmi iniziare questo viaggio. Ho partecipato a sette delle loro conferenze negli ultimi vent'anni, tutte negli Stati Uniti. Non solo ho imparato molto sulla pratica e sulla teoria, ma ho potuto vedere molto del paese! Ho anche ospitato la mia tutor-supervisore, Geri Chavis, nel Regno Unito per presentare il suo lavoro ai miei colleghi.
Nel 2015, sono stata felice di partecipare alla conferenza NAPT a Black Mountain con Charmaine Pollard da Londra, Marilyn Denbigh da Falmouth e Lisa Rossetti da Chester, che ora sono qualificati in poetry therapy e svolgono diversi lavori interessanti.
Hai vissuto in molti paesi come Turchia, Russia e Pakistan. Essere cosmopolita ti ha aiutato a estendere il tuo background?
Di sicuro. Vivere in diversi paesi, apprendere altre lingue e conoscere le culture dall'interno, specialmente come ho fatto nel periodo pre-internet, è un buon modo per capire quanto relative siano molte cose che diamo per scontate. Le aree rilevanti per la pratica della terapia della poesia includono diversi concetti di malattia mentale e angoscia, atteggiamenti nei confronti delle autorità o degli anziani, gradi di individualismo e collettivismo, norme sociali come l'ospitalità o l’apertura in un setting di gruppo.
Fin da quando mi stavo qualificando, ho organizzato seminari in diversi paesi come il Sudafrica, il Kuwait e la Lituania, e il processo è stato lo stesso e al tempo stesso diverso. Il nostro corso online ha avuto studenti provenienti da oltre trenta paesi diversi che offrono spunti affascinanti.
Sono anche affascinata dalla pratica del linguaggio e ho avuto un grande piacere nel tradurre poesia e romanzi in inglese dal georgiano con la mia amica e collaboratrice Natalia Bukia-Peters. Lingua e pensiero sono strettamente intrecciati e nella poesia, sintassi, punteggiatura, registro e la relazione tra le parti del discorso fanno tutti parte della magia del tutto e la traduzione è un modo avvincente di diventare intimi con il linguaggio.
Nicole Bizzotto, dottoranda di ricerca all’Istituto di Comunicazione Sanitaria dell’Università della Svizzera italiana di Lugano. Ha l'obiettivo di creare un ponte tra la scienza e la poesia. Ha conseguito un M.Sc. in Cognitive Psychology in Health Communication (doppia-laurea tra l’Università della Svizzera italiana a Lugano e l’Università Vita-Salute San Raffaele a Milano) con il massimo dei voti e lode con una ricerca sperimentale sulle metafore visive. Precedentemente si è laureata in Psicologia Cognitiva all'Università di Trento con il massimo dei voti e lode. Collabora con Mille Gru come scientific advisor e responsabile della comunicazione con l’Estero per le pratiche di poetry therapy.
» La sua scheda personale.
Victoria Field, è autrice e poetry therapist. Ha pubblicato e vinto premi di poesia, racconti brevi e drammaturgia.
Ha ottenuto la qualifica di poetry therapist dalla US International Federation of Biblio-Poetry Therapy.
È attiva nello sviluppo della disciplina nel Regno Unito e a livello internazionale e da molti anni collabora con Lapidus, associazione inglese che opera per la crescita della comunità usando il potere delle parole.
Ha ricevuto sia un Pioneer Award che un International Fellows Award dalla NAPT (National Association for Poetry Therapy).
(foto di Ranald Mackechnie)