Maurizio Cucchi cura una raccolta di poesie dall’antica Grecia ai nostri giorni che racconta in pochi versi o in strofe più distese il vivere così com’è, col suo respiro bello e spensierato o col tono più malinconico di chi sente il tempo e l’età fuggire via.
Il libro si inserisce – e anzi ne è un capostipite –nella linea editoriale di testi che selezionano poesie che abbiano un certo respiro “curativo”, perché toccano – più o meno consapevolmente – tasti/testi dell’animo che vengono feriti dalla vita a vario titolo. Che la parola bene-detta sia curativa è cosa nota dai tempi della Bibbia, ma è bello vedere che anche in Italia ci sia il desiderio di guardare ai versi come ad uno strumento privilegiato di intervento sulle pieghe/piaghe dell’animo umano.
Apre Alceo e chiude Antonio Porta, passando dai nomi più celebri e riconosciuti dal grande pubblico, da Saffo a Rudel, da Poliziano a Keats, passando per Machado, Sbarbaro, Eluard, Bertolucci e Raboni. Per dire anche che i poeti non sono uomini e donne chiusi in stanze tristi e buie che soffrono e godono dello scrivere versi malinconici e struggenti. Esiste una profonda spinta alla vita, alla speranza e alla resistenza davanti alle tempeste dei giorni comuni. Esiste uno sguardo stupito che sorride dei gesti di gentilezza, dell’accoglienza sincera. Questa è la galleria di opere antologizzate, che marcano un’umanità semplice e desiderosa di luce e felicità. E che chiama alla vita tutti i lettori, tutti quanti, perché tutti condividiamo il fatto che reagiamo a ciò che succede, sentiamo il carico delle parole, ci facciamo influenzare dai significati delle frasi. Le lettere hanno ciascuna il loro peso “corporeo”, quindi vanno a farsi sentire non solo all’orecchio, ma a tutto l’organismo che le assume. Come ci preoccupiamo di ciò che ingeriamo a tavola dai piatti, così dovremmo aver cura di ciò che ascoltiamo e leggiamo nei libri, perché quello sarà sostanza del nostro vivere.
Un libro quindi che, come una sorta di piccolo breviario letterario, accompagna le giornate di ognuno e che offre con le parole dei grandi poeti di tutti i tempi il conforto della poesia, non banale palliativo agli inciampi del quotidiano, ma riflessione verticale sull’esistenza e sulle sue prospettive ultime.
Visto l’anno di pubblicazione (2004) siamo agli inizi di un discorso di poetry therapy, peraltro inconsapevole, ma è utile notare che questa raccolta potrebbe essere usata in pratiche terapeutiche, ora consapevoli, per verificarne l’efficacia. E questa è una storia ancora da scrivere.
110 poesie per sopravvivere, scelte e presentate da Maurizio Cucchi, Guanda, 2004
Giacomo Nucci insegna lettere alla scuola secondaria di 1° grado dopo la laurea in Lettere Classiche in Statale di Milano. Dal 2009 fa teatro e dal 2013 teatro-poesia, sotto la guida di Dome Bulfaro. Ha pubblicato una raccolta di poesie, Sabbie e sorgenti, nel 2013 con Steber Edizioni. Dal 2017 è membro del gruppo editoriale e di ricerca Millegru, con cui ha pubblicato Così va molto meglio. Nuove pratiche di Poetry Therapy e con cui pratica poesia ad alta voce, laboratori per bimbi, massaggio poetico con donne incinte e con adulti.
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